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Roberto Maglio » 10.Economic value added


Economic value added I

  • L’Economic Value Added (EVA) è una misura finanziaria di performance volta a misurare la “quantità” di valore creata e creabile (distrutta o distruttibile) grazie ad una specifica allocazione delle risorse ed alla loro gestione.
  • L’EVA si basa sul principio che un’impresa produce valore incrementale (EVA>0) solo se il rendimento del capitale investito è superiore al costo dello stesso, nel caso contrario distrugge valore (EVA<0).
  • La metodologia interpreta l’impresa come un investimento di capitali, ma consente anche di evidenziare il ruolo delle variabili gestionali nella produzione o distruzione di ricchezza.

Economic value added II

Dal punto di vista formale, L’EVA è determinato come:

EVA = NOPAT – (WACC x CI)

oppure:
EVA = (r – WACC) x CI

dove:
NOPAT = risultato operativo normalizzato e rettificato al netto delle imposte
r = NOPAT/CI = rendimento del capitale
CI = capitale investito netto rettificato

Economic value added III

  • In particolare, si avrà un aumento dell’EVA quando:
    • cresce il tasso di rendimento realizzato sulle attività esistenti, ovvero quando cresce il NOPAT senza investire ulteriori risorse;
    • nuove risorse vengono investite in progetti economicamente convenienti, ovvero si investano risorse aggiuntive sino al momento in cui il rendimento supera il costo del capitale;
    • si disinveste (o non si investe) in attività che producono un rendimento non conveniente, ovvero si disinveste o si rimborsano i debiti fino a quando il reddito a cui si rinuncia è più che compensato dal risparmio sul costo del capitale.

WACC I

  • Il WACC è un elemento di vitale importanza per le imprese per prendere consapevoli decisioni di investimento e di disinvestimento in un’ottica di creazione di valore.
  • Esso non dipende tanto dalla struttura finanziaria dell’impresa quanto dal business risk.
  • Il WACC può essere calcolato come media tra il costo del capitale di debito oneroso ed il costo opportunità del capitale di rischio, ponderata in base al peso che le rispettive fonti hanno nella struttura finanziaria.

WACC II

  • Dal punto di vista formale, il WACC risulta determinato:

WACC = D/V x rd x (1 – t) + E/V x ke

dove:
V = D + E
D = capitale di debito oneroso
E = mezzi propri
rd x (1 – t) = costo delle fonti di finanziamento onerose al netto del beneficio fiscale da esse generato.

Ke = rf + (rm – rf) x β
Ke rappresenta il costo dei mezzi propri, è inteso come costo opportunità e rappresenta il rendimento derivante da impieghi con lo stesso grado di rischio.

ABC – EVA I

  • L’EVA può diventare un efficace strumento di supporto alle decisioni manageriali solo se applicato sistematicamente anche ai livelli inferiori, operativi, dell’organizzazione di un’impresa e non solo ai livelli direzionali.
  • Un grosso limite dell’ABC è quello di non incorporare il costo di tutti i fattori produttivi. Il sistema si limita ad allocare i costi operativi e le spese generali riflessi nel conto economico, non considerando il costo del capitale investito nelle attività correnti e fisse dello stato patrimoniale (capital charges).

ABC – EVA II

  • Trascurare il costo del capitale può determinare una sottostima del costo del prodotto. Ad esempio, si può essere erroneamente indotti a potenziare la produzione di un prodotto dal margine di profitto elevato, penalizzando invece un altro dal margine di profitto minore, incuranti magari del fatto che il primo prodotto implica un capitale investito molto elevato e ha un EVA negativo.
  • Il costo del capitale investito include sia il costo del debito, sia il costo dell’equity, che ha natura di costo opportunità.

ABC – EVA III

  • Quindi, tale costo dovrà essere necessariamente incluso nel calcolo del costo dell’oggetto di controllo (sia esso un prodotto, un cliente, un canale distributivo, ecc.). A tal fine si dovrà procedere all’identificazione, per ciascuna attività, dei capitali per essa impiegati e al calcolo del costo associato ad essi.
  • Sostanzialmente le fasi di implementazione di un sistema ABC-EVA ripercorrono quelle di un tradizionale sistema ABC.

ABC – EVA IV

Premesso che si assume una configurazione di capitale investito al netto dei debiti non onerosi in modo esplicito (fornitori, TFR, ecc.) e dei fondi rettificativi di poste dell’attivo (fondi ammortamento, ecc.), il primo passo è quello di calcolare gli oneri finanziari figurativi (capitai charges) associati al capitale investito nell’impresa. A tal fine si considerano le attività, correnti e fisse, dello stato patrimoniale (cassa, crediti commerciali, rimanenze, fabbricati e impianti, ecc.) e le passività correnti (debiti commerciali, ratei e risconti passivi, TFR, ecc.).

ABC – EVA V

  • Si procede quindi moltiplicando il valore di ciascuna di queste poste dello stato patrimoniale per il costo medio ponderato del capitale (WACC), ottenendo così, per ciascun asset, il costo opportunità del capitale per esso investito.
  • Tale costo sarà attribuito alle attività direttamente connesse con la posta contabile considerata (ad esempio, con riferimento ai crediti commerciali, il costo del capitale investito sarà assegnato all’attività fatturazione e incasso).

ABC – EVA VI

  • Gli oneri finanziari figurativi (capital charges) relativi alle passività correnti non onerose sono negativi in quanto hanno l’effetto di ridurre il costo del capitale investito.
  • A questo punto si procede all’imputazione ai prodotti di tutti i costi delle attività (costi operativi e del capitale).

Conclusioni

  • L’ABC può essere migliorata considerando oltre alle spese operative derivate dalla contabilità generale, anche gli oneri finanziari figurativi relativi al capitale impiegato nella produzione.
  • Risulterà, di conseguenza, evidente quali prodotti, quali canali distributivi e quali clienti contribuiscono ad incrementare l’EVA e, quindi, a creare valore.
  • Nei processi decisionali, in questo modo, si abbandonerà il riferimento poco significativo, in termini di creazione di valore, al risultato operativo.

Impiego del costo del capitale nella valutazione della redditività clienti


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Progetto "Campus Virtuale" dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, realizzato con il cofinanziamento dell'Unione europea. Asse V - Società dell'informazione - Obiettivo Operativo 5.1 e-Government ed e-Inclusion

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