La realizzazione di un elaborato multimediale
Le modalità operative
Criteri di metodo
Useremo delle applicazioni che permettono all’utente di un computer di creare dei contenuti, quali documenti di testo, presentazioni e grafici: queste applicazioni vengono chiamate in informatica “software di produttività personale” e ce ne serviremo per allestire, a mo’ di esempio, del materiale didattico.
Prima di presentare le tecniche che permettono la realizzazione di un prodotto multimediale, è importante definire la valenza didattica e il significato culturale di questa operazione.
Le tecniche si configurano infatti come metodologie che ci permettono di ripensare, aggiornare e riposizionare l’attività didattica alla luce dei mutamenti e dei processi in atto nella realtà che ci circonda.
Le tecnologie consentono di elaborare una proposta didattica coerente con l’attuale mondo comunicativo nel quale oggi sono “immersi” i giovani, un mondo “fluido”, spesso avvolgente, che sollecita più canali sensoriali, oltre alla vista e alla sua funzione primaria, la lettura.
Una nuova proposta didattica prevede l’adozione di strumenti e procedure che si affiancano alla tradizionale prova di traduzione dal latino, peraltro sempre importante e imprescindibile, purché metta in campo operazioni intellettuali e cognitive autentiche, non limitandosi a un semplice lavoro di verifica – fine a se stessa – delle competenze grammaticali e sintattiche.
La tradizione classica non consiste nella fedeltà a un Testo unico, stabilito una volta per sempre, fondativo: essa è piuttosto trasmissione, traduzione, trascrizione e, talvolta, tradimento, come ci mostra l’etimologia stessa del verbo tradere. Le forme, i testi, le immagini, le idee e i miti antichi sopravvivono attraverso innumerevoli trascrizioni e rifacimenti, testimoniando la forza e la plasticità di un codice culturale che si perpetua attraverso meccanismi di manipolazione e di riuso.
In questi termini, le parole “tradizione classica” non identificano un corpus chiuso di testi, di immagini, di forme e di simboli, ma piuttosto descrivono un movimento, un processo dinamico di trasmissione che prevede anche il passaggio da un registro espressivo all’altro – dalla poesia alla pittura, dalla tragedia alla lirica -, l’alterazione, la reinterpretazione.
Alla luce di queste caratteristiche della tradizione classica, la multimedialità si configura come uno stimolo a elaborare una didattica “trasversale” rispetto a discipline scientificamente e accademicamente consolidate e “separate” – come la filologia, la storia dell’arte, l’archeologia, la storia della letteratura, la musica – proponendo esempi di una “traduzione intersemiotica” tra linguaggi e registri espressivi diversi, e tra le loro articolate relazioni: un thema, presentato da testi scritti duemila anni fa, rivive, eguale e nel contempo diversissimo, in altre lingue, in altre epoche, in altri generi.
Il tema scelto per l’esempio è il mito di Orfeo.
Il mito classico non è mai un patrimonio fisso e immutabile, da trasmettere religiosamente, ma è piuttosto un repertorio aperto di nuclei di racconti, di frammenti di storie e di immagini, che ogni autore riattiva per raccontare di volta in volta il suo “presente” e il suo mondo.
La selezione dei testi
Tra i testi letterari che narrano il mito di Orfeo, scegliamo quello o quelli che ci sembrano più significativi o adatti da un punto di vista didattico.
Nei link a disposizione troverai alcuni testi che sono stati “scaricati” dalla rete o prelevati dalle banche dati secondo le modalità illustrate nelle precedenti lezioni:
Prendiamo il testo di Ovidio, Metamorfosi X, vv. 23-63: useremo questo brano come incipit e filo conduttore del tema dedicato a Orfeo.
Apriamo il file e aggiungiamo al testo ovidiano una breve introduzione, che aiuti i nostri studenti a comprendere quale sequenza del lungo mito di Orfeo vogliamo prendere in esame.
Aggiungiamo adesso al testo un’immagine pertinente. Tra i quadri più famosi dedicati a questa sequenza del mito di Orfeo scegliamo quello di G. Kratzenstein-Stub, Orfeo ed Euridice, del 1806, conservato alla Ny-Carlsberg Glyptotek di Copenhagen.
Cerchiamo in rete l’immagine partendo da Google-Immagini: trovata l’immagine che ci interessa, la copiamo nel nostro documento di lavoro.
Nel link in basso troverai una breve sequenza illustrativa del procedimento.
Controlla il risultato nel file inserito tra le Risorse. Nota che abbiamo aggiunto sotto all’immagine una didascalia di commento.
È infatti molto importante, dal punto di vista didattico, che sia il testo sia l’immagine vengano contestualizzati e definiti nel loro reciproco rapporto.
L’immagine non deve essere usata con semplice valore esornativo, per abbellire il documento, ma deve contenere sempre elementi di informazione e di confronto.
Si sta affermando in ambito educativo l’uso di file sonori che rinforzano l’azione didattica, rendendola più coinvolgente, e, nel contempo, costituiscono un utilissimo strumento per attività quali il recupero, l’ascolto della pronuncia, il ripasso, favorendo anche la trasmissione differita e la condivisione di esperienze ad alunni e scuole geograficamente lontani.
Si usa in questo contesto il termine podcast, che individua un sistema di comunicazione e trasmissione delle conoscenze, in formato audio e video, pubblicabili su Internet. Questi materiali si possono ’scaricare’ e poi ascoltare con un lettore mp3, o con cellulari e palmari.
Il termine podcast deriva dalla fusione della parola broadcasting, trasmissione di dati da un sistema emittente ad uno ricevente, con iPod, il popolare lettore portatile della Apple.
Per registrare dei file sonori, nella modalità più semplice, occorre una strumentazione facilmente accessibile e un software di uso gratuito:
Una volta effettuata la registrazione, si può salvare il file sonoro ottenuto in formato .wav e inserirlo nel documento Word, accompagnato da un’icona.
Nei link in basso troverai una sequenza illustrativa dell’intero procedimento e nella sezione Letture l’elaborato finale, corredato del suono inserito.
Tema multimediale Ovidio, Metamorfosi X, vv.23-63
Tema multimediale (per utenti Mac) Ovidio, Metamorfosi X, vv.23-63
Nel link in basso è inserita una sequenza illustrativa del foglio elettronico e di alcune sue applicazioni, come la creazione di un registro del docente.
Un esempio interessante dell’utilizzo a fini didattici del foglio elettronico è costituito dalla realizzazione di una griglia lessicale.
La griglia lessicale può essere realizzata per costruire, insieme agli studenti, sotto la guida e la costante supervisione del docente, un “vocabolario a schede”, non offerto già confezionato, ma elaborato nell’ambito di una dimensione “laboratoriale”: gli studenti così sono attivamente coinvolti nella realizzazione del vocabolario e, quindi, risultano più motivati e partecipativi.
La griglia della scheda, suddivisa negli appositi settori individuati dalle celle, consente di inserire le informazioni relative ai lemmi in base a molteplici livelli di analisi lessicale (etimologia, significati propri e traslati, derivati, sinonimi, particolarità morfo-sintattiche, esiti neolatini…). In tal modo la scheda acquista una funzione quasi di “polo di raccordo” tra l’apprendimento della grammatica, la conoscenza della civiltà e l’esercizio della traduzione.
Nei link in basso puoi trovare una sequenza illustrativa del procedimento con il quale, a partire da un brano di testo, si può realizzare automaticamente una griglia lessicale.
Gli esercizi al computer
1. Il ruolo del docente nell'utilizzo delle TIC. Risorse e banche dati
3. La ricerca on-line per i docenti e per gli studenti
4. Allestimento e uso di materiale didattico al computer
6. Le immagini: la valenza didattica
7. Le immagini: trattamento e uso
8. Siti Web: spazi di condivisione didattica
10. Studio di casi
Cesare Pavese, L'inconsolabile, dai Dialoghi con Leucò
Orazio, Arte poetica, vv.391-407
Ovidio, metamorfosi con intro e immagini
Ovidio, Metamorfosi X, vv.23-63
Ovidio, Metamorfosi, finale (utenti mac)
Ovidio, Metamorfosi, finale (utenti pc)
Registrazione e inserimento di suoni