Marshall McLuhan
Nell’ambito della riflessione sui media, la figura dello studioso canadese Marshall McLuhan, rappresenta certamente una delle più importanti, avendo egli elaborato quella che viene considerata la più famosa teoria generale sui media.
Il suo pensiero può essere inserito nell’ambito di quella corrente definita determinismo tecnologico; egli infatti riteneva che le innovazioni tecnologiche che si impongono in alcuni periodi storici, avessero avuto un ruolo fondamentale nell’orientare le componenti principali della società stessa.
E’ evidente che la teoria elaborata da McLuhan sia debitrice dei precedenti lavori di Harold Innis, i due studiosi sono accomunati dall’idea che il medium sia il messaggio: ciò che entrambi ritenevano importante studiare, non era tanto il contenuto della comunicazione, quanto il mezzo, la tecnologia, che veicola i messaggi, ritenuto in grado di plasmare il modo di percepire e pensare il mondo.
In una delle sue opere più famose, La Galassia Gutenberg, lo studioso canadese ricostruisce la storia dell’umanità mostrando come, le tecnologie della comunicazione, abbiano avuto un ruolo determinante nella strutturazione dell’organizzazione sia sociale che psicologica degli uomini. In particolare McLuhan descrive la nascita del cosiddetto uomo tipografico, focalizzando l’attenzione sul rapporto tra l’invenzione di Gutenberg, la stampa a caratteri mobili, e l’affermazione, nel periodo che va dal 1500 e il 1900, della civiltà moderna nell’Europa occidentale.
Risorse
McLuhan, un umanista nel villaggio globale. Un’intervista a Giampiero Gamaleri
Quella che emerge nell’opera è una grande separazione tra la civiltà orale, dove la parola garantiva il primato del senso dell’udito, e il mondo della scrittura e della stampa, medium ripetibile, lineare e uniforme che distrugge l’ordine tribale.
I media, dunque, secondo McLuhan sarebbero delle estensioni dei sensi dell’uomo e ciascun mezzo nel momento in cui estende un senso, comporta un vero e proprio assopimento degli altri, alterando così l’equilibrio sensoriale.
McLuhan ci offre a tal proposito, una distinzione tra:
Ora, nell’opera di McLuhan possiamo individuare la suddivisione della storia umana in quattro periodi, ognuno dei quali vede l’introduzione e l’affermazione di una tecnologia della comunicazione e un relativo squilibrio sensoriale.
Definito anche età orale, in quanto il medium per eccellenza è la parola, questo periodo vede un mondo chiuso, dove i sensi sono simultanei ed in equilibrio tra loro, dove gli uomini vivono in uno spazio essenzialmente acustico e dove la società presenta un’organizzazione di tipo tribale, caratterizzata dalla partecipazione intensa alla vita comunitaria.
In questo periodo, a seguito dell’avvento della scrittura fonetica, viene rotto l’equilibrio sensoriale del momento tribale. In questa fase infatti si afferma il predominio della vista e uno spostamento da una percezione acustica ad una visiva; l’alfabeto scioglie il legame tra il segno e il suono e determina un modo di pensare astratto, lineare, analitico che non richiama più il livello di coinvolgimento riscontrabile in una comunità orale
Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili, si compie definitivamente quello squilibrio sensoriale iniziato nella fase precedente. Se nell’età orale la percezione era globale e simultanea, nella fase della stampa essa diventa a tutti gli effetti lineare e sequenziale, l’uomo diventa quello che McLuhan definisce uomo tipografico, il cui processo di formazione risulta essere individualistico e razionale. In altre parole i caratteri dell’età tipografica, ovvero la continuità, la linearità e l’uniformità, condizionano l’intero mondo mentale e sociale dell’individuo.
Le conseguenze dell’invenzione di Gutenberg si sentono in tutti gli ambiti della società, tanto che nell’idea dello studioso canadese, ciascun fenomeno della civiltà moderna può essere attribuito ad essa: l’avvento della prospettiva, il sorgere dei nazionalismi, l’affermazione del metodo sperimentale nelle scienze.
Il periodo tipografico vedrà il suo declino nel momento in cui verranno introdotti i media elettronici.
Le nuove tecnologie, a partire dal telegrafo fino ad arrivare alla televisione, avrebbero spostato nuovamente l’equilibrio sensoriale verso il senso dell’udito, determinando una percezione del mondo ancora una volta simultanea ed acustica, ecco perché si parla di ri-tribalizzazione. Ci troveremmo, secondo McLuhan, in una nuova forma di società di tipo comunitario ma dalle dimensioni allargate, tanto da poter parlare di villaggio globale.
Régis Debray: immaginario e tecnologie
Régis Debray
1. L'approccio fenomenologico allo studio della realtà sociale
2. Esteriorizzazione e Oggettivazione
3. Interiorizzazione e Socializzazione
4. Il determinismo tecnologico
5. M. McLuhan e la teoria generale dei media
6. Régis Debray: immaginario e tecnologie
7. J. Meyrowitz: oltre il senso del luogo
8. Il determinismo sociale: Philippe Breton e l'utopia della comunicazione
11. La Morte
L. Bifulco, G. Vitiello, Sociologi della comunicazione. Un'antologia di studi sui media, Napoli, Ipermedium libri, 2004
Antonio Cavicchia Scalamonti - Gianfranco Pecchinenda, Sociologia della Comunicazione. Media e Processi Culturali