Nonostante il gran numero di formaggi che esiste sul mercato e dovuto alle diverse tecniche di lavorazione del latte, è possibile individuare uno schema generale di produzione.
Naturalmente a seconda del tipo da preparare dovranno essere variati opportunamente i parametri operativi o, addirittura, potranno essere assenti alcune delle fasi.
Con la coagulazione presamica il fosfocaseinato di calcio, che si trova allo stato di sospensione colloidale, per azione del caglio passa allo stato di gel con formazione di parafosfocaseinato di calcio (insolubile) e caseinoglicopeptide (solubile).
Per comodità didattica la coagulazione presamica può essere distinta in tre diverse fasi.
Il diverso meccanismo di coagulazione della caseina porta alla formazione di coaguli con caratteristiche e finalità affatto diverse in funzione della tipologia di formaggio da produrre.
La resa di un formaggio dipende dalla sua tipologia in quanto è molto condizionata dall’umidità del prodotto finito.
Accanto ad espressioni aventi valenza generale, per cui molto approssimate, si è sentita la necessità di elaborare formule specifiche per i vari tipi di formaggio anche per la giusta valutazione del latte conferito al caseificio.
La resa in formaggio può essere incrementata facendo in modo che nel caogulo restino imbrigliate anche le proteine del siero.
A tal fine sono state messe a punto delle tecniche di caseificazione che consentono anche la valorizzazione delle sieroproteine.
Poiché esistono molte possibilità di lavorare il latte esistono, anche, molte varietà di formaggi per cui è praticamente impossibile elaborare un unico tipo di classificazione: di qui l’esistenza di vari criteri basati o su caratteristiche avvertibili dal consumatore o sulla tecnologia di produzione.
Altri tipi di classificazione si basano sempre sulla tecnologia di produzione valutando il tipo di maturazione e l’indice di maturazione.
Tra tutti i sistemi di classificazione il consumatore è senz’altro interessato a quello che tiene conto del tenore in grasso.
Il burro si ottiene, di solito, dalla crema o panna che è, dal punto di vista compositivo, un latte arricchito in grasso.
La crema può essere di affioramento o di centrifuga e, oltre che alla produzione del burro, può essere destinata ad usi alimentari vari a seconda del suo tenore in grasso.
Secondo la normativa vigente il burro è il prodotto ottenuto con operazioni meccaniche dalla crema o dal siero di latte vaccino o dalla miscela dei due.
Per burro, senza specificarne l’origine, si intende esclusivamente il burro vaccino mentre quello ottenuto da creme di altre lattifere deve riportare l’indicazione della specie.
L’aroma del burro è dovuto ad un gran numero di molecole quali lattoni, metilchetoni ed aldeidi ma il principale componente è il diacetile la cui concentrazione nel burro è mediamente di 1-2 ppm.
La produzione di burro su vasta scala è realizzata con impianti continui che consentono produzioni anche di 10 quintali/ora.
I numerosi tipi di latte destinati al consumo diretto presenti in commercio possono essere suddivisi in due categorie: latti naturali e latti speciali.
Tranne casi particolarissimi, il latte alimentare subisce trattamenti tecnologici finalizzati al risanamento o alla conservazione.
I sistemi più utilizzati per il risanamento del latte sono la pastorizzazione e la sterilizzazione che consentono anche di prolungare la conservabilità del latte.
Con la pastorizzazione si consegue l’abbattimento di tutti i germi patogeni e di quasi tutta la flora banale mentre la sterilizzazione consente l’abbattimento di tutta la flora microbica sia in fase vegetativa che sporigena.
Il sistema di sterilizzazione a mezzo di scambiatori di calore consente una conservabilità del latte doppia di quella ottenibile a mezzo di sterilizzazione diretta ma nell’uperizzazione gli effetti del riscaldamento sui suoi componenti termosensibili sono minori.
Nella conduzione della pastorizzazione o della sterilizzazione è importante che siano idonee la temperatura di risanamento e la durata del trattamento.
E’ infatti importante adottare coppie temperatura-tempo che garantiscano il risanamento igienico ma che non comportino la degradazione significativa di nutrienti o la comparsa di fattori alterativi dovute ad un trattamento troppo prolungato.
I sistemi continui di pastorizzazione e sterilizzazione richiedono necessariamente il confezionamento asettico.
Anche se si gli fa l’addebito di essere meno versatile dell’appertizzazione e di produrre alimenti con una shelf life minore, il confezionamento asettico rappresenta senz’altro una notevole evoluzione sul piano tecnologico.
Il latte alimentare deve possedere determinati requisiti di natura igienica, chimica e chimico fisica.
Solitamente la “qualità” microbiologica è garantita pienamente mentre le proprietà chimiche e chimico-fisiche variano sensibilmente tanto che in commercio esistono diversi tipi di latti la cui qualità finale dipende dall’intensità del trattamento termico richiesto.
2. Estrazione dei grassi da frutti e semi oleosi
3. Legge di Clausius-Clapeyron. Il diagramma di stato. Applicazioni in campo alimentare
4. Alterazione e rettificazione dei grassi
5. Il latte come sistema multifasico
6. I principali prodotti dell'industria lattiero-casearia
7. Composizione dell'uva e del mosto. Chimismo delle fermentazioni di interesse enologico
8. Uso e proprietà dell'anidride solforosa. Sostanze alternative
9. I principali tipi di vinificazione
10. Tecnologia della preparazione di pane, pasta e prodotti da forno
11. Definizione di conserve e semiconserve. Metodi chimici e fisici di conservazione degli alimenti.
Alais C. – Scienza del latte – Tecniche Nuove, Milano, 2000
Blitz H.D., Grosh W. – Food chemistry – Springer, Berlin, 1999
Corradini C. - Scienza e tecnologia del latte - Tecniche Nuove, Milano, 1995
Gigliotti C., Verga R. – Biotecnologie alimentari – Piccin Nuova Libraria, Padova, 2007
Sciancalepore V. - Industrie agrarie - UTET, Torino, 1998
2. Estrazione dei grassi da frutti e semi oleosi
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9. I principali tipi di vinificazione
10. Tecnologia della preparazione di pane, pasta e prodotti da forno
11. Definizione di conserve e semiconserve. Metodi chimici e fisici di conservazione degli alimenti.
12. Cenni sulla produzione di confetture e succhi
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