Si comincia a parlare di enzimi nel 1850 con Pasteur, il quale osservò che:
Successivamente:
Sono Proteine con attività catalitica, esistono migliaia di enzimi diversi, tutti necessari per il normale funzionamento di una cellula.
Il nome di un enzima deriva spesso da quello che l’enzima fà piuttosto che da quello che l’enzima è. Il Sistema di nomenclatura e di classificazione è basato sul tipo di reazione catalizzata (IUB, 1961) gli enzimi sono divisi in 6 classi principali:
Le principali caratteristiche degli enzimi sono:
La velocità di una reazione, misurata come quantità di prodotto ottenuto in un tempo definito, dipende dalla energia di attivazione.
Gli enzimi abbassano l’energia di attivazione, come si osserva in figura 1.
Gli enzimi modificano solo la velocità della reazione e non gli equilibri.
Quando un Substrato (S) interagisce con il suo specifico Enzima (E) per la formazione del complesso (ES) si tratta di interazioni deboli con rilascio di energia libera e abbassamento dell’energia di attivazione della reazione (Figura 2).
Gli enzimi abbassano l'energia di attivazione di una reazione. Fonte: modificato da: 1998 Wadsworth Publishing Company/ITP
Il substrato si lega ad una regione specifica dell’enzima (sito attivo) in corrispondenza della quale avviene la reazione vera e propria, con formazione dei prodotti di reazione.
Caratteristiche del sito attivo:
Il primo modello cinetico per una semplice reazione enzima-singolo substrato, viene proposto da Henrj (1902) e da Michaelis e Menten (1913); la teoria di Michaelis-Menten prevede che il substrato si lega con l’enzima in corrispondenza del sito attivo per formare il complesso enzima-substrato ES, un composto intermedio molto poco stabile che molto rapidamente si scinde per dare il prodotto di reazione e rigenerare l’enzima. Si tratta di un modello basato su di una cinetica di saturazione poiché i siti attivi dell’enzima vengono progressivamente tutti occupati dalle molecole di substrato. Il complesso enzima-substrato è in equilibrio con l’enzima libero ed il substrato.
Questa situazione di equilibrio non è disturbata dalla formazione del prodotto poiché la costante k3 <<k2.
Leonor Michaelis e Maud Menten. Fonte: Scientia
A) Velocità di catalisi proporzionale alla concentrazione di complesso ES: Vo =k3[ES];
B) Allo stato stazionario le concentrazioni degli intermedi restano costanti:
k1[E][S]=(k2+k3)[ES] da cui ricavando [ES]: [ES]=[E] [S] k1/(k2+k3);
C) L’equazione ottenuta può essere semplificata introducendo una nuova costante:
KM = (k2+k3)/k1 costante di Michaelis-Menten;
D) sostituendo tale costante nell’equazione: [ES]= [E][S]/KM ma [E]=[Etot]-[ES] da cui sostituendo e risolvendo l’equazione per ES, si ottiene l’espressione di ES da sostituire nella espressione iniziale: V=k3 [Etot] [S] / ([S] + KM).
La relazione tra [S] e la velocità della reazione enzimatica può essere espressa in modo quantitativo
Possiamo definire il Km
Km può essere considerata la misura dell’affinità di un enzima per il substrato: più è alta Km, minore è l’affinità e viceversa.
Possiamo definire il Km:
Equivale al rapporto:
Km = (K-1 + K2) / K1
Costante di dissociazione di ES se K2 è molto più piccolo di K-1
esprime l’affinità che l’enzima ha per il substrato;
Km bassa: questo è segno di alta affinità dell’enzima per il substrato;
Km alta: l’enzima presenta bassa affinità per il substrato.
La velocità di una reazione catalizzata da un enzima dipende dalla concentrazione del substrato ed aumenta in maniera lineare finché tutti i siti attivi non sono stati occupati dal substrato (CINETICA DI SATURAZIONE) quando viene raggiunta la velocità massima diventa indipendente dalla concentrazione del substrato (iperbole rettangolare).
Come si misura la velocità di una reazione catalizzata?
Si può definire il numero di turnover un indice dell’attività catalitica. Rappresenta il numero netto di molecole di substrato convertite in prodotto da una singola molecola enzimatica nell’unità di tempo, quando l’enzima è totalmente saturato dal substrato.
La velocità di una reazione catalizzata è influenzata dalla concentrazione del substrato:
La velocità massima si raggiunge nel momento in cui l’enzima è saturato dal substrato, ovvero il numero delle molecole di enzima risulta uguale al numero delle molecole del complesso ES, come mostrato in figura.
La velocità di una reazione catalizzata è influenzata dalla temperatura, infatti un aumento della temperatura comporta:
In figura è riportato in grafico l’effetto dell’aumento della temperatura sulla velocità di una reazione catalizzata.
È possibile individuare una temperatura ottimale.
La velocità di una reazione catalizzata è influenzata da variazioni del pH.
Il cambiamento del pH altera il grado di ionizzazione, sia la natura ionica del substrato che quella dell’enzima modificano il modo di combinarsi dell’uno con l’altro.
La curva della velocità di una reazione catalizzata in funzione della variazione del pH si presenta con un andamento a campana.
È possibile individuare un valore di pH ottimale al quale la velocità di reazione è massima esso è relativo alla natura e alla concentrazione del substrato.
Una serie di osservazioni:
La velocità di una reazione catalizzata è influenzata dalla presenza di inibitori. L’inibitore è una molecola che impedisce all’enzima di funzionare correttamente.
L’inibizione può essere reversibile quando l’enzima può recuperare la sua attività biologica, in questo caso il tipo di inibitore può essere:
L’inibizione é irreversibile quando l’enzima perde la sua attività biologica. In questo caso la molecola di inibitore si lega con un legame covalente ad un residuo di un amminoacido presente nel sito attivo, modificando in modo irreversibile la forma del sito attivo e la conformazione della molecola enzimatica.
Un esempio:
I FOSFONATI: composti del fosforo utilizzati come gas nervini contendono all’acetilcolina il sito attivo per l’enzima acetilcolinesterasi. L’acetilcolina non viene scissa nei suoi prodotti inattivi (colina e acido acetico) e sollecita i muscoli a contrarsi ripetutamente provocando convulsioni e morte.
L’inverso della equazione di Michaelis-Menten. Si esprime nel grafico dei Doppi Reciproci:
come descritto nella figura a lato.
Nell’inibizione non competitiva:
L’inibitore incompetitivo si lega al complesso enzima – substrato già formato e ciò riduce significativamente le possibilità, per l’enzima, di disfarsi del prodotto: diminuzione di Km e Vmax (Figura 2).
Nell‘inibizione competitiva:
L’attività di un enzima che segue una cinetica Mendeliana può essere regolata dalla variazione della concentrazione del Substrato.
A basse concentrazioni di substrato la reazione è di Primo ordine, cioè la velocità di reazione dipende dalla concentrazione del substrato; ad elevate concentrazione di substrato la reazione diventa di ordine zero, cioè indipendente dalla concentrazione del substrato (come in Figura).
Possiamo quindi affermare che: piccole variazioni nella concentrazione del substrato si riflettono in importanti variazioni sulla velocità del suo stesso metabolismo.
L’attività di un enzima può inoltre essere regolata dalla presenza di un Enzima allosterico o Enzima Regolatore.
Un enzima allosterico:
I modulatori possono essere attivatori o inibitori (modulatore positivo o negativo).
Enzimi allosterici in cui il substrato è anche un Modulatore sono detti omotropi.
Enzimi allosterici in cui il modulatore è una molecola diversa sono detti eterotropi.
In seguito al legame con l’effettore o modulatore (positivo o negativo) l’enzima passa da una forma inattiva ad una forma attiva. Il legame con gli effettori interagisce in modo funzionale con il sito catalitico normale lo deforma spazialmente ne altera le proprietà e favorisce la stabilità di una o dell’altra configurazione.
La risposta degli enzimi in termini di variazione più o meno graduale della velocità di reazione in presenza di attivatori/inibitori rappresenta la chiave del controllo metabolico.
Gli Enzimi allosterici sono costituiti da due o più subunità, presentano un Sito regolatorio (R)dove si lega il Modulatore ed un sito catalitico (C) dove si lega il Substrato (Vedi figura).
Gli effettori controllano l’attività di un enzima.
Effettore attivatore (positivo).
Effettore inibitore (negativo).
Gli Enzimi allosterici sono presenti in due forme: una forma attiva ed una inattiva tra loro in equilibrio.
Il legame con gli effettori interagisce in modo funzionale con il sito catalitico lo deforma spazialmente ne altera le proprietà e favorisce la stabilità di una o dell’altra configurazione.
L’effettore positivo induce modificazioni che trasformano lo stato inattivo dell’enzima nella sua forma attiva: essa può legarsi al substrato.
L’effettore negativo induce una modificazione del sito attivo tale da impedire all’enzima di funzionare.
Quando La transizione tra uno stato di attività e l’altra è provocata dal substrato si parla di Effettore Omotropo.
Il legame della prima molecola di substrato influenza il legame delle molecole successive con EFFETTO COOPERATIVO. La cinetica di un enzima allosterico descrive una curva sigmoidale.
A basse concentrazioni di substrato si osserva una bassa affinità tra enzima e substrato, perché solo pochi siti attivi sono legati al substrato. Le prime molecole di substrato si legano lentamente poi sempre più rapidamente (sigmoide). Ad alti livelli di substrato il grafico diventa simile all’iperbolico.
Spesso un intermedio di una via metabolica (o il prodotto finale) funziona da INIBITORE ALLOSTERICO del primo enzima implicato nella via (fenomeno di retro inibizione).
Gli attivatori o inibitori allosterici modulano le vie metaboliche in modo da adattare la velocità delle reazioni alle esigenze funzionali della cellula.
Gli effettori modificano la Km ma non la Vmax. L’attivazione allosterica porta alla diminuzione della Km per il substrato. L’inibizione allosterica porta ad un aumento della Km per il substrato.
1. I livelli di organizzazione strutturale delle proteine
3. Gli enzimi: caratteristiche e cinetica enzimatica
4. Introduzione al metabolismo cellulare. Le reazioni di ossido-riduzione biologiche
8. Gluconeogesi
9. Il Glicogeno
10. I Lipidi
11. Ossidazione degli acidi grassi
12. Biosintesi degli acidi grassi
13. Colesterolo
15. Gli ormoni