L’evoluzione di un sistema di punti è governata dalle due equazioni cardinali che descrivono l’effetto delle azioni esterne sul sistema:
Nel sistema precedente le due equazioni sono indipendenti; ma a parte il caso particolare dei corpi rigidi, il sistema precedente non permette sempre di risolvere completamente il moto.
Un caso particolarmente interessante è quello dei sistemi isolati che possiamo separare in diverse categorie:
In entrambi i casi la prima equazione cardinale ci dice che la quantità di moto totale si conserva; mentre in generale nel secondo potrebbe non conservarsi il momento angolare totale (Mris≠0 anche se Fris=0). Può succedere anche, a causa di vincoli, che risulti Mris=0 con Fris≠0.
Queste leggi di conservazione permettono di risolvere semplicemente diversi problemi; tuttavia, come accenneremo, hanno una valenza molto più generale del semplice ambito meccanico e sono connesse a proprietà fondamentali delle interazioni.
Come esempio di applicazione della legge di conservazione della quantità di moto consideriamo il caso molto familiare del rinculo delle armi da fuoco. In prima approssimazione sul sistema canna proiettile si annullano le forze esterne lungo l’asse orizzontale e dunque si conserva la componente PTx durante lo sparo, provocato da forze interne (energia chimica liberata nell’esplosione):
in questo caso l’energia cinetica non si conserva, aumenta a spese dell’energia chimica dell’esplosione.
Nel secondo caso le due masse, collegate da una molla di costante K ed inizialmente compressa di ΔL, si trovano su un piano liscio. In questo caso si conservano sia la quantità di moto che l’energia meccanica del sistema:
e dunque:
La conservazione della quantità di moto spiega la propulsione a reazione. Per semplicità consideriamo un razzo lontano dai pianeti e dal sole; il sistema è isolato ed il razzo, per muoversi nella direzione x, espelle del gas nella direzione opposta con velocità ugas rispetto al veicolo. Nel sistema di riferimento inerziale fra due istanti t e t+Δt: (a) la velocità del razzo varia fra V e V+ΔV, (b) una massa di gas dM>0 è espulsa con velocità Vgas=V- ugas, (c) la massa del razzo diventa m-dM.
Scrivendo la conservazione della quantità di moto lungo l’asse x:
dove trascuriamo gli finitesimi di ordine superiore; e ricaviamo la spinta fornita dal motore:
che evidenzia l’importanza di massimizzare ugas ed il tasso di espulsione.
Integrando si ricava la massima velocità in funzione della massa iniziale e finale:
da cui l’importanza di perdere peso.
Una classe di fenomeni, molto importanti ed abbastanza familiari nell’esperienza quotidiana, in cui si applica la conservazione della quantità di moto, è quella degli urti fra sistemi liberi. Per parlare di urto si devono verificare le seguenti condizioni:
La quantità di moto totale si conserva; la variazione è opposta per il singolo sottosistema ed è pari all’impulso della forza interna:
Nella descrizione degli urti è particolarmente utile il riferimento del centro di massa in cui la quantità di moto totale è nulla e dunque:
In generale le quantità di moto del singolo sottosistema possono non avere la stessa intensità prima e dopo l’urto:
Come abbiamo detto nei fenomeni di urto si conserva la quantità di moto totale e dunque è costante la velocità del centro di massa del sistema. Dall’espressione del primo teorema di Koenig:
possiamo caratterizzare l’urto con la variazione di energia cinetica ΔEk=ΔEk* :
Possiamo scrivere l’energie cinetica, prima e dopo, nel riferimento del centro di massa come:
e dunque la classificazione precedente corrisponde a:
Generalmente gli urti sono anelastici perché è praticamente impossibile realizzare a livello macroscopico fenomeni senza dissipazioni; è consuetudine definire il coefficiente di restituzione come:
In generale il coefficiente ∈ non è noto a priori, tranne nell’urto completamente anelastico ∈=0 che corrisponde al caso in cui E*Kfin=0. I sistemi sono fermi nel riferimento del centro di massa, restano attaccati ed hanno stessa velocità finale:
In questo caso la dissipazione di energia cinetica è massima:
Nel pendolo balistico un proiettile, con velocità v, si conficca in un blocco, inizialmente in quiete, appeso ad un filo ed il pendolo così formato risale fino all’angolo θM. La tensione, sebbene impulsiva, è verticale perché il filo non sopporta sforzi laterali; si conserva la componente orizzontale della quantità di moto:
Dalla conservazione dell’energia per il pendolo si ricava la velocità iniziale del proiettile:
In diverse situazioni l’approssimazione dell’urto elastico è sufficientemente ben verificata (sferette dure di metallo o gomma oppure fra le molecole di un gas). Consideriamo il caso unidimensionale, possiamo scrivere, nel riferimento del laboratorio, le leggi di conservazione della quantità di moto e dell’energia cinetica:
e risolvendo:
Nel caso v2i=0 possiamo distinguere i casi interessanti:
L’ultimo caso è il cosiddetto effetto fionda (vedi filmato) che viene sfruttato dalle sonde spaziali contro i pianeti o spiega il meccanismo di accelerazione dei raggi cosmici!
In più dimensioni la situazione si complica; per esempio se consideriamo il caso di due corpi che si urtano elasticamente nel piano avremo le due leggi di conservazione:
che forniscono tre equazioni insufficienti per le quattro incognite corrispondenti alle componenti delle velocità finali.
Nelle applicazioni più frequenti il secondo corpo è fermo e si sceglie la direzione della prima come riferimento e dunque riscriviamo:
e si misura l’angolo di diffusione θ1 che permette di determinare lo stato finale. Lo studio delle distribuzioni angolari fornisce informazioni sull’interazione; ricordiamo la celeberrima esperienza di Rutherford per la scoperta della struttura dell’atomo!
Consideriamo adesso dei sistemi in cui si conserva il momento angolare totale. Il primo esempio è quello di una giostra a forma di disco, inizialmente ferma, che può ruotare con attrito trascurabile intorno al suo asse di simmetria verticale, sul cui bordo salta, con velocità tangenziale, un ragazzo. Le forze esterne, il peso e la reazione normale perché parallele all’asse e la reazione del vincolo perché con braccio nullo, hanno momento nullo rispetto all’asse e dunque si conserva la componente del momento angolare totale. E si ottiene la velocità angolare della giostra:
Un secondo esempio è quello di due pattinatori, su una pista liscia, che si vengono incontro, per semplicità con uguale velocità v e stessa massa m in modo che VC=0, su direzioni separate e che si aggrappano nel punto di massimo avvicinamento d. Cominciano a girare con velocità angolare ricavabile dalla conservazione del momento angolare lungo la verticale:
Un esempio molto noto in cui interviene la conservazione del momento angolare, anche se in un sistema non rigido, è quello della ballerina pattinatrice che effettua la piroetta e che possiamo schematizzare come un sistema di momento d’inerzia I1 che ruota con velocità angolare ω1 su una piattaforma. Quando gli attriti sono trascurabili allora le forze esterne hanno una componente del momento nulla lungo l’asse verticale di rotazione; e si conserva questa componente Lz del momento angolare totale.
Attirando le braccia al corpo, la ballerina riduce il suo momento d’inerzia a I2 < I1 e conseguentemente la sua velocità angolare aumenterà:
È interessante notare che in questo caso l’energia cinetica totale aumenta perché:
ed il lavoro necessario è fornito dalle forze interne esercitate dalla ballerina nell’avvicinare le braccia.
Questo tipo di situazione è analoga a quella dei tuffatori che raggomitolandosi aumentano la velocità angolare e riescono a fare diversi salti mortali.
I fenomeni impulsivi si estendono al caso delle rotazioni introducendo l’impulso angolare ricevuto da un sistema e che si scrive in funzione del momento risultante che agisce:
Quando fra due sistemi in interazione non ci sono, o si possono trascurare, i momenti delle forze esterne allora avremo la conservazione del momento angolare.
Consideriamo un disco orizzontale che ruota liberamente (I0 e ω0 ) intorno al suo asse (z); si lascia cadere verticalmente un punto m, alla distanza r dall’asse. Si annullano i momenti delle forze esterne rispetto a (z) e dunque:
Nel secondo esempio abbiamo due dischi in asse, di momenti I1 e I2, che ruotano liberamente con ω1 e ω2. Si attaccano fino a formare un unico disco e realizzano l’analogo di un urto completamente anelastico:
Un caso frequente è quello degli urti in con vincoli che bloccano alcuni punti dei sistemi. In questo si esercita una reazione esterna impulsiva e non si conserva la quantità di moto totale, tuttavia può succedere che il momento delle azioni esterne si annulli e dunque si conservi il momento angolare.
Consideriamo un proiettile che colpisce, orizzontalmente e vi si conficca, una sbarra verticale incernierata ad un asse orizzontale. Nell’urto la reazione vincolare è impulsiva e probabilmente non verticale, tuttavia il suo momento rispetto all’asse si annulla così come quello del peso (braccio nullo) e si conserva il momento angolare lungo l’asse:
e poi dalla conservazione dell’energia si collega la velocità del proiettile con l’ampiezza di oscillazione.
La reazione vincolare non è nulla, e se ne calcola il valore medio dal teorema del centro di massa ed il risultato precedente. Come mostrato sulla figura, esiste un punto, detto centro di percussione, per il quale la reazione sul vincolo si annulla; è quanto accade colpendo bene con la racchetta da tennis: il colpo non si sente sul polso!
Le leggi di conservazione, utili nella risoluzione di molti problemi, hanno in realtà, insieme alla legge di conservazione dell’energia, un significato fisico più ampio. Il loro dominio di validità (assenza di azioni esterne) è molto più vasto poiché la differenza fra esterne ed interne è convenzionale, potendo allargare il sistema agli agenti esterni. Inoltre le grandezze quantità di moto, momento angolare ed energia si estendono ad altre entità fisiche; ed il loro contributo è fondamentale nel computo complessivo. Per esempio la forza magnetica di Lorentz viola, apparentemente, il terzo principio ma con il contributo del campo elettromagnetico si ristabilisce la validità della conservazione della quantità di moto.
Queste leggi esprimono delle proprietà fondamentali di invarianza, nel senso descritto per la relatività, delle leggi fisiche; in effetti si può mostrare che la conservazione:
La connessione fra invarianza e grandezze conservate si osserva anche in altri campi della fisica come l’elettromagnetismo (la conservazione della carica elettrica) o le moderne teorie sulle particelle elementari.
1. Le grandezze fisiche e la loro misura
2. La cinematica del moto unidimensionale
3. La cinematica del moto multidimensionale
4. I principi della dinamica del punto materiale
5. Applicazioni dei principi della dinamica
6. Energetica del punto materiale