Durata della gravidanza: 335-345 gg in equus caballus.
L’utero di cavalla è bicorne bipartito. La gestazione è caratterizzata da una lunga fase di preimpianto. Dal 6° giorno di sviluppo la blastocisti viene avvolta da una capsula glicoproteica di origine trofoblastica che cresce con la blastocisti. A 8-10 gg dalla fecondazione, la blastocisti, di forma sferica, giunge in cavità uterina dove rimane sospesa nel “latte uterino” (secreto delle ghiandole endometriali), spostata, dalle contrazioni del miometrio, da un corno uterino all’altro. La capsula glicoproteica impedisce l’attacco della blastocisti all’endometrio. L’impianto in uno dei corni dell’utero (corno gravido), in prossimità del corpo, avviene a circa 16 gg di gestazione. Con la formazione degli annessi viene occupato anche il corno non gravido.
Dal 6° giorno di sviluppo la blastocisti viene avvolta da una capsula glicoproteica di origine trofoblastica.
Nella seconda settimana di gestazione si sviluppa il sacco vitellino che, per la mancata delaminazione del mesoderma extraembrionale nel polo distale, vascolarizza un’area della superficie coriale e forma una placenta corio-vitellina delimitata da un seno terminale, che persiste fino all’ottava settimana.
A circa 16 gg di incubazione, nell’area extraembrionale prende inizio il processo di amniogenesi per transizione con la formazione di una primitiva cavità amniotica (per cavitazione o schizocelia).
Verso il 21° giorno la blastocisti diviene piriforme, in sede extraembrionale si chiudono le pieghe amniotiche (fig. 1.A).
Il rapporto vascolare tra sacco vitellino e corion è evidenziato ventralmente dal seno terminale (fig. 1.A e 1.B).
Verso il 28° giorno si sviluppa l’allantoide che esce dal lato destro dell’embrione a livello del peduncolo ombelicale e si espande nel celoma extraembrionale tra il corion, il sacco vitellino e l’amnios. L’allantoide progressivamente aderisce alla faccia esterna dell’amnios, formando un allanto-amnios ed alla faccia interna del corion formando l’allanto-corion. Contemporaneamente sulla superficie del corion, nella zona posta tra l’allanto-corion in espansione e il sacco vitellino in regressione, si forma una fascia coriale con cellule trofoblastiche in attiva proliferazione (fig. 1.C). Tali cellule diventano binucleate, invadono e corrodono l’epitelio uterino e s’impiantano nello stroma dell’endometrio, dove formano le coppe endometriali.
Il feto in utero occupa prevalentemente il corno sinistro gravido (fig. 2.A, 2.B) estendendosi nel corpo dell’utero ed in parte nel corno destro.
L’utero viene inciso (fig. 2.C), si separa la mucosa uterina dal corion.
Si nota la presenza di villosità diffuse su tutta la superficie del corion (fig. 2.D).
Dopo asportazione dell’utero si evidenzia l’allanto-corion e dopo l’incisione dell’allanto-corion si espone l’allanto-amnios (fig. 3.A).
Con l’asportazione dell’allantoide, che lo ricopre completamente, viene esposto l’amnios (fig. 3.B).
Infine con l’incisione dell’amnios viene esposto il feto.
Il cordone o funicolo ombelicale è rivestito da ectoderma cutaneo, nella parte più prossima al corpo dell’embrione , da ectoderma amniotico nel tratto distale.
L’ectoderma racchiude inizialmente il condotto vitellino,che successivamente regredisce, il condotto allantoideo o uraco in connessione con la vescica, due arterie ed una vena ombelicale immersi nela gelatina di Warton.
A sviluppo ultimato nel condotto sono evidenti solo due arterie ed una vena ombelicale.
Il sacco vitellino si sviluppa nella seconda settimana dii gestazione. Esso, per la mancata delaminazione del mesoderma extraembrionale nel polo distale, vascolarizza un’area della superficie coriale e forma una placenta corio-vitellina delimitata da un seno terminale, che persiste fino all’ottava settimana.
La placenta allantoidea inizia a svilupparsi verso il 40° giorno e si completa verso il 100° giorno.
Sulla superficie del corion, a partire dalla fascia corionica, si sviluppano ciuffi di villi allanto-coriali (microcotiledoni), estesi a tutta la superficie del corion, i quali si ramificano due o tre volte, e penetrano in corrispondenti cripte endometriali. Villi e cripte formano i microplacentomi. I dotti delle ghiandole uterine, presenti tra le cripte endometriali, si aprono in corrispondenza di “areole” tra i microcotiledoni.
La superficie apicale delle cellule del trofoblasto e quella delle cellule dell’epitelio uterino sono provviste di microvilli che si interdigitano.
Durata della gravidanza: 114-115 gg.
Il suino ha un utero caratterizzato da un corpo e due lunghi corni uterini. A 48h dalla fecondazione, nei corni uterini arrivano da 6 a 15 embrioni allo stadio di 4-8 blastomeri.
A 6-8 giorni dalla fecondazione le blastocisti arrivano in utero ma continuano a spostarsi all’interno di questo fino all’11° giorno. Durante questo periodo di preimpianto le blastocisti sferiche si allungano assumendo la forma di un tubicino che può raggiungere i 100cm di lunghezza, al cui centro il nodo embrionale ha dimensioni di 1-2mm. L’impianto è centrale ed inizia intorno al 12° giorno quando il trofoblasto aderisce all’endometrio.
Le pieghe amniotiche si sollevano a partire dal 12° giorno e si fondono intorno al 16° giorno formando internamente il sacco amniotico ed esternamente il corion. Il liquido amniotico (40-150ml alla nascita) spinge l’amnios ad espandersi nell’area dorsale, dove rimane adeso al corion.
Intorno al 15° giorno cominciano a svilupparsi, sia sull’epitelio uterino che sull’epitelio coriale, i microvilli che determinano interdigitazioni tra i due tessuti.
I microvilli compaiono su tutto il corion ad eccezione delle estremità non vascolarizzate.
Il cordone ombelicale è attraversato dal peduncolo vitellino, dal peduncolo allantoideo e dai relativi vasi: due arterie ed una vena. Non avendo un punto prefissato di distacco, esso può essere rotto dalla madre.
Il sacco vitellino va incontro a rapida atrofia costituendo un’esile appendice che viene spinta lateralmente dall’espansione dell’allantoide.
L’allantoide si sviluppa dal 14° giorno e, espandendosi nel celoma extraembrionale, si mette in contatto col corion, dapprima ventralmente, poi latero-dorsalmente.
Dal momento che l’allantoide non si espande nelle aree terminali del sacco coriale, tali regioni non sono vascolarizzate e conseguentemente vanno incontro a necrosi. Si evitano così anastomosi vascolari inter-embrionali tra sacchi adiacenti.
L’epitelio coriale, di tipo cilindrico, in corrispondenza degli sbocchi dei dotti delle ghiandole uterine, forma dei piccoli rilievi detti areole. Esso si proietta nella cavità dell’areola che contiene la secrezione delle ghiandole uterine (o latte uterino) svolgendo un ruolo importante nell’assorbimento e nel trasporto del ferro.
Con il progredire della gravidanza, la superficie di contatto tra corion e endometrio viene aumentata da pieghe primarie e secondarie che, insieme ai microvilli, mantengono le due superfici in stretto contatto.
Durata della gravidanza: 279-282 gg nella vacca, 148-150 nella pecora e nella capra.
L’utero di ruminanti è bicorne bipartito. Solitamente in utero arriva una sola blstocisti che si impianta in uno dei due corni uterini (corno gravido), per poi estendesi anche all’altro corno (corno non gravido).
L’impianto di tipo centrale inizia tra il 18° e il 19° giorno.
L’embrione, allo stadio di morula, arriva nell’utero verso il 4° giorno. Dopo la rottura della membrana pellucida la blastocisti, in cui l’area embrionale subisce solo un piccolo sviluppo, comincia ad allungarsi rapidamente costituendo un lungo tubicino che può anche superare il metro di lunghezza (la crescita è di circa 1 cm all’ora).
L’amniogenesi inizia per cavitazione e si completa per pieghe (intorno al 17° giorno nella pecora, 18° giorno nel bovino), dando origine internamente all’amnios ed esternamente al corion. Questi due annessi rimangono collegati attraverso la somatopleura nell’area posta dorsalmente all’embrione. Inoltre l’amnios contiene delle concrezioni organiche di proteine ed ossalato di calcio dette calcoli, simili a quelle che si formano nel cavallo.
Il cordone ombelicale, circondato dall’amnios e rivestito da una corta guaina cutanea, è formato dal solo peduncolo allantoideo con i relativi vasi (due arterie e due vene), in conseguenza della precoce regressione del sacco vitellino.
Il corion è inizialmente liscio ma, a partire dal 15° giorno, si copre di villi primari su tutta la superficie. I villi primari regrediscono sulla maggior parte del corion (corion laeve) mentre in alcune zone (corion frondosum) persistono e si sviluppano in villi secondari e terziari, i cotiledoni, vascolarizzati dall’allantoide. I cotiledoni si sviluppano in corrispondenza di aree della mucosa uterina con numerose cripte e con proliferazione connettivale sottoepiteliale (caruncole).
Le caruncole nel bovino sono convesse e peduncolate, nella pecora sono concave con un’ampia inserzione sulla mucosa e nella capra sono appiattite.
I villi dei cotiledoni s’inseriscono nelle cripte delle caruncole come le dita della mano in un guanto, formando un’unità funzionale detta placentoma. Anche le microvillosità presenti all’apice dell’epitelio delle cripte e dei villi sono strettamente interdigidate.
Durata della gravidanza: circa 60 gg nel cane e nel gatto.
Durante la fase luteinica del ciclo sessuale, la mucosa uterina dei carnivori presenta notevole ipertrofia delle ghiandole superficiali e profonde.
Al termine di questa fase, la mucosa può essere divisa in due zone:
Le blastocisti arrivano in utero dopo un viaggio tubarico di 8-10 gg. Inizialmente si muovono attivamente nei corni uterini e verso il 14°-17° giorno di gravidanza nel cane (11°-12° giorno nel gatto) inizia l’impianto.
Al momento dell’impianto, il trofoblasto prolifera differenziandosi in una componente più profonda, che conserva l’aspetto epiteliale (citotrofoblasto) ed una componente più superficiale, in corrispondenza dell’area embrionale, che assume aspetto sinciziale (sinciziotrofoblasto). Quest’ultimo ha la capacità di erodere l’epitelio ed il connettivo della mucosa uterina consentendo l’impianto della blastocisti. L’azione erosiva del sinciziotrofoblasto viene bloccata a livello dell’endotelio dei vasi materni da cellule connettivali che assumono caratteri epitelioidi e danno luogo alla reazione deciduale.
A tre settimane la blastocisti ha la forma di un piccolo limone di 2-3 cm di lunghezza. Col progredire dello sviluppo le estremità laterali si accrescono e si forma un sacco a forma di botte.
L’amniogenesi per pieghe è caratterizzata da separazione completa tra la somatopleura dell’amnios e quella del corion. Il sacco vitellino si forma prima che la blastocisti sia ancorata alla mucosa uterina. Intorno al 13° giorno, per la mancata delaminazione del mesoderma extraembrionale si forma la placenta corio-vitellina o onfaloide, che rimane funzionante fino alla 4° settimana di gestazione. Essa è caratterizzata da un’ampia zona di fusione, tra la splancnopleura del sacco vitellino e la somatopleura del corion che viene così vascolarizzata da arterie e vene vitelline. L’allantoide, dal 15° giorno di gestazione, circonda l’amnios e si espande nel celoma extraembrionale mettendosi in contatto con tutta la superficie del corion ad eccezione dell’area ventrale inizialmente occupata dal sacco vitellino. Quando la superficie di contatto del sacco vitellino con il corion si riduce alle sole estremità, l’allantoide si espande anche ventralmente nel celoma extraembrionale. Il cordone ombelicale è spesso, resistente, non spiralizzato e corto (1/2 della lunghezza del feto nel cane, circa 1/3 nel gatto), attraversato da due arterie e due vene ombelicali. Non ha un punto di strappo prefissato e può essere reciso dalla madre al momento del parto.
Con lo sviluppo dei vasi corio-allantoidei si sviluppano i villi terziari che si fondono a formare un labirinto vascolare nella fascia che occupa il terzo centrale del corion (placenta zonata). Tuttavia, lungo i margini della placenta zonata si ha degenarazione anche dell’endotelio della mucosa uterina per cui si formano ematomi marginali che costituiscono una riserva di ferro per l’embrione.
I villi del labirinto vascolare nel cane si ramificano ripetutamente mentre nel gatto sono pressocchè verticali.
Le estremità del corion, che non subiscono modificazioni strutturali, formano le aree paraplacentari, prive di fusione con le aree corrispondenti di sacchi adiacenti.
Durata della gravidanza: 266 gg nell’uomo, 160 nella scimmia Macaca.
La morula arriva nell’utero verso il 4° giorno dalla fecondazione e, liberata della membrana pellucida ad opera di enzimi litici, si trasforma in una blastocisti ovoidale. Questa tra il 7° ed il 9° giorno si attacca alla parete uterina penetrandola in modo da essere ricoperta dall’epitelio (impianto interstiziale).
Allorché inizia l’impianto il trofoblasto prolifera intensamente su tutta la superficie. In particolare la zona di contatto con la parete uterina, che costituisce il corion frondosum con villi molto ramificati, differenzia uno strato cellulare profondo (citotrofoblasto) ed uno strato sinciziale superficiale (sinciziotrofoblasto). La rimanente parte del corion, sprovvista di villi, è definita corion laeve.
La mucosa uterina predisposta all’impianto, definita decidua, comprende la porzione delle ghiandole superficiali e lo strato di copertura. Essa viene espulsa col secondamento e si rigenera a partire dallo strato ghiandolare profondo. Per questo motivo la placenta dei Primati è definita placenta vera o deciduata.
L’amnios si forma per cavitazione della massa cellulare interna. Tale processo comporta la formazione di epiblasto nella porzione embrionale basale e di ectoderma amniotico nella porzione superiore. Con la formazione e la delaminazione del mesoderma extraembrionale, la somatopleura si accolla all’ectoderma extraembrionale, completando la formazione dell’amnios, ed al trofoblasto formando il corion.
Dalla MCI si forma un foglietto profondo, l’ipoblasto che riveste la cavità della blastocisti e forma un sacco vitellino primario. Con la delaminazione del mesoderma laterale, l’ipoblasto viene affiancato esternamente dalla splancnopeura.
Nei Primati il sacco vitellino è molto ridotto e solitamente scompare prima della nascita nonostante svolga un ruolo fondamentale nel processo ematopoietico e nella formazione delle cellule germinali primordiali.
Il sacco vitellino primario viene sostituito dal sacco vitellino definitivo per una nuova proliferazione dell’ipoblasto sulla superficie interna del mesoderma extraembrionale. Intanto il sacco vitellino primario si frammenta in tante vescicole esocelomiche che perdono il rapporto con l’embrione e degenerano lasciando solo dei residui (cisti esocelomiche).
L’allantoide come vescicola ha uno sviluppo molto limitato per quanto riguarda la componente endoblastica, tuttavia la sua splancnopleura si espande come peduncolo addominale permettendo ai vasi allantoidei di raggiungere la somatopleura del corion per vascolarizzare il corion.
Il cordone ombelicale si forma per progressiva espansione dell’amnios intorno al dotto vitellino ed al peduncolo addominale. Con l’atrofia del sacco e del dotto vitellino la funzione principale del funicolo ombelicale è quella della connessione tra circolazione fetale e placentare.
La placenta dei Primati è caratterizzata dalla distribuzione di villi terziari in un’area molto limitata del corion, discoidale nell’uomo, bidiscoidale nelle scimmie. In tale zona il sinciziotrofoblasto erode l’epitelio, il connettivo e l’endotelio della mucosa uterina determinando la formazione di lacune sanguigne, delimitate dal citotrofoblaso, in cui pescano i villi coriali (placenta emocoriale).
L’azione di erosione del sinciziotrofoblasto determina, a livello delle cellule del connettivo della mucosa uterina, una reazione tesa a bloccare l’erosione stessa, definita reazione deciduale.
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