Concetti generali
Il tema del rapporto “antico-nuovo“, tra nuove architetture e preesistenze, si pone storicamente con particolare evidenza in Italia e in Europa a partire dal secondo dopoguerra.
In questa fase gli architetti che operano nel contesto europeo si trovano a dover compiere delle scelte significative sul futuro delle città. Gli atteggiamenti possibili ruotano attorno a diverse posizioni:
Il dibattito sulla liceità o meno della convivenza tra inserti e architetture che utilizzano un linguaggio dichiaratamente contemporaneo e preesistenze storiche si arricchisce negli anni ‘50 e ‘60 del Novecento con convegni e occasioni di confronto che si svolgono, anche attraverso quotidiani e riviste specializzate, tra i critici di architettura e gli architetti maggiormente impegnati in quegli anni.
Roberto Pane è, insieme a molti altri tra cui Bruno Zevi e Ernesto Nathan Rogers, schierato sul fronte della conciliabilità tra linguaggio contemporaneo e centri storci, a patto, tuttavia – e qui sta la differenza con la posizione di Zevi – che tali inserimenti siano compatibili e rispettosi, anche nelle altezze e nelle volumetrie, dei rapporti spaziali consolidati nella città storica.
Un esempio emblematico di tale dibattito è rappresentato dalla proposta di F. L. Wright per il Masieri Memorial da costruire a Venezia sul Canal Grande.
Il progetto, sostenuto da Pane, resta tuttavia inattuato per la diffidenza degli amministratori e dell’opinione pubblica.
Illustrazione ironica sul progetto di Wright per il Masieri Memorial sul Canal Grande a Venezia. Fonte: "Il Borghese", 1 marzo 1954
Dagli anni ‘60 ad oggi il dibattito ha accolto le potenzialità del linguaggio contemporaneo come strumento lecito per dialogare con le preesistenze urbane e architettoniche, adeguandole alle necessità della città.
Le molteplici posizioni con cui la cultura architettonica contemporanea ha risposto a questo tema dipendono dalla dimensione dell’intervento (scala urbana, architettonica, di dettaglio) e spaziano da reintegrazioni compatibili, rispettose e distinguibili, a interventi “in stile”.
Di seguito si riportano alcuni casi tecnicamente e culturalmente consapevoli che rifacendosi ai criteri di distinguibilità, reversibilità e compatibilità delle aggiunte hanno tentato di dare risposte più o meno riuscite al tema dell’inserto contemporaneo nella preesistenza architettonica.
Recupero del Mercato Pubblico di Siracusa (XIX sec.), E. Fidone (2002) Recupero del Mercato Pubblico di Siracusa (XIX sec.), E. Fidone (2002)
Guido Canali, Restauro dello Spedale di Santa Maria della Scala a Siena e allestimento del Museo Archeologico, 2003
1. Metodologia della progettazione del restauro architettonico
2. Gli interventi sulle preesistenze e il rapporto tra "antico e nuovo"
3. Gli interventi di de-restauro. Il caso dei monumenti dell'Acropoli di Atene
5. Introduzione al consolidamento degli edifici storici. Le strutture e i terreni di fondazione
6. Le murature: conoscenza, analisi dei meccanismi di dissesto e interventi di consolidamento
9. Il ruolo della diagnostica nel progetto di restauro architettonico
10. Materiali e tecniche innovative nel restauro architettonico
11. Problemi di conservazione delle strutture in cemento armato
12. I problemi di umidità negli edifici storici
13. L'adeguamento funzionale e la a messa norma negli edifici di pregio storico artistico
14. Il superamento delle barriere architettoniche negli edifici e nei siti storici
15. Il progetto di conservazione delle superfici architettoniche
C. Varagnoli, Edifici da edifici: la ricezione del passato nell'architettura italiana 1990-2000, in “L'industria delle costruzioni”, 368, novembre/dicembre 2002, pp. 4 –15.
Antico e nuovo. Architetture e architettura, a cura di A. Ferlenga, E. Vassallo, F. Schellino, Il Poligrafo, Padova 2007.