Concetti generali
La soluzione dei problemi legati all’umidità costituisce una componente di rilievo all’interno dell’intervento di restauro architettonico.
Dal 1996 la Commissione Beni Culturali UNI Normal studia in un suo gruppo di lavoro (GL 19) l’umidità nelle strutture murarie, i metodi della sua valutazione e i problemi riguardanti la terminologia e il campionamento.
I fenomeni fisici principali che contribuiscono a danneggiare le murature sono:
Le cause più comuni della presenza d’acqua in un edificio posso essere:
L’immagine mostra un esempio di umidità da rimbalzo dovuta a una non corretta irreggimentazione delle acque meteoriche; tale fenomeno generalmente interessa solo la parte esterna del paramento.
Le immagini raffigurano esempi di umidità di risalita.
La presenza di umidità sulla muratura si aggira in genere intorno ad 1 metro di altezza
In pilastri isolali l’altezza di risalita equivale allo spessore del pilastro
Nei casi in cui si riscontra l’apposizione impropria di rivestimenti o arredi fissi che impediscono una normale ventilazione delle parti basse della muratura, l’umidità raggiunge altezze più elevate (vedi figura 2).
Un esempio di umidità da mancata irreggimentazione delle acque meteoriche.
In questo caso gli effetti, dovuti anche al linguaggio utilizzato tipico dell’architettura moderna sono: rigonfiamenti, distacchi, mancanze di intonaco, dilavamento e depositi superficiali.
Nell’immagine, oltre a problemi derivanti dalla non corretta irreggimentazione delle acque meteoriche e dal dilavamento della facciata, si riscontra la presenza di integrazioni di intonaco non compatibili con il supporto e con l’intonaco preesistente, generando i visibili distacchi.
Dal punto di vista metodologico, un corretto intervento volto all’eliminazione dell’umidità da un edificio deve prevedere preliminarmente l’eliminazione delle cause della presenza di acqua.
Solo successivamente si può procedere all’eliminazione degli effetti sulle strutture.
Misurazione dell'umidità con metodo al carburo di calcio (bottiglia di Hoechst) che si basa sulla reazione chimica che si genera con l'acqua. Fonte: S.K.M. srl
Un metodo storico: i sifoni.
I sifoni sono elementi in terracotta porosa di sezione pentagonale irregolare con canale centrale cilindrico di 3 cm di diametro.
La posa deve essere effettuata con malta porosa e letto inclinato ed è sempre necessario aerare gli ambienti contigui.
1. Metodologia della progettazione del restauro architettonico
2. Gli interventi sulle preesistenze e il rapporto tra "antico e nuovo"
3. Gli interventi di de-restauro. Il caso dei monumenti dell'Acropoli di Atene
5. Introduzione al consolidamento degli edifici storici. Le strutture e i terreni di fondazione
6. Le murature: conoscenza, analisi dei meccanismi di dissesto e interventi di consolidamento
9. Il ruolo della diagnostica nel progetto di restauro architettonico
10. Materiali e tecniche innovative nel restauro architettonico
11. Problemi di conservazione delle strutture in cemento armato
12. I problemi di umidità negli edifici storici
13. L'adeguamento funzionale e la a messa norma negli edifici di pregio storico artistico
14. Il superamento delle barriere architettoniche negli edifici e nei siti storici
15. Il progetto di conservazione delle superfici architettoniche
G. Cigni, B. Codacci Pisanelli, Umidità e degrado negli edifici. Diagnosi e rimedi, Kappa, Roma, 1987.
Aa. Vv., Trattato di restauro architettonico, diretto da Giovanni Carbonara, Utet, Torino, 1996.
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AA. VV., Il manuale del restauro architettonico, coordinato da Luca Zevi, Mancosu, Roma, 2001.
B. Paolo Torsello, Stefano F. Musso, Tecniche di restauro architettonico, Utet, Torino, 2003.