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Gabriella Fabbricino » 3.Evoluzioni politiche e sociali


Diffidenza verso la Francia

Durante tutto il XVII° sec. i Canadesi francesi rimangono fedeli al loro paese d’origine e alla loro cultura. Nel XVIII sec. però, specialmente durante e dopo la rivoluzione, molti fuoriusciti si recheranno in Canada per sfuggire al Terrore, e alle innovazioni politiche seguenti.

Tra essi, soprattutto i religiosi, diffonderanno il loro punto di vista, secondo il quale l’Ancien Régime è tutto positivo ed è pessimo quello costruito dalla rivoluzione. Nasce così, nel paese, dunque, quella diffidenza verso la Francia, che continuerà fin tutto l’Ottocento.

Nel 1867 il francese è lingua ufficiale con l’inglese, ma non si pone il principio di rendere bilingue il governo federale.

Il partito al potere in Québec deve contenere tre gruppi di pressione importanti: il governo federale di cui fanno parte anche parecchi deputati di quello provinciale; la minoranza anglofona che riuscirà a lungo a mettere alle finanze un ministro anglofono; e la Chiesa cattolica che farà escludere dai centri di governo uomini dalle idee troppo progressiste, e che controlla che il numero degli interventi statali negli affari pubblici sia ridotto al minimo, per non perdere il suo potere in ambiti come educazione e salute.

Il movimento nazionalista

Nel periodo tra i due Atti, Act d’Union del 1840 e British North America Pact del 1867, nasce un movimento nazionalista ispirato ad un Canada Francese oltre i confini del Québec. In verità, il principale gruppo francofono, gli Acadiens, dopo la cacciata nel 1755, si sono rifugiati a Nouveau-Brunswick. Essi non condividono l’esperienza indipendentista della Nazione Canadese nel Basso Canada. Ad ovest si trovano i ” bois brulés” (Métis) e altri francofoni, discendenti dei cacciatori di pellicce. Altri gruppi si istallano in Ontario.

ll Québec tenderà ad esprimersi in nome dell’intero Canada francese. Essa è la regione che raggruppa il maggior numero di francofoni, circondati da una stragrande maggioranza di anglofoni. Si tratta di una popolazione che cerca di affermarsi e di prendere in mano le redini del suo destino.

Chanson des Bois Brules, 1818

Chanson des Bois Brules, 1818


I Canadesi francesi assoggettati agli inglesi

Conquistati con la forza delle armi nel 1760, essi hanno subito l’umiliazione di diventare colonia britannica. In Canada, i Canadesi francesi sono ritenuti cittadini di seconda mano.

La provincia di Québec, a lungo considerata riserva di mano d’opera docile e a buon mercato, era diventata la patria dei scieurs de bois et porteurs d’eau del paese, i negri bianchi d’America. Dal 1840 al 1930 più di 900.000 Quebecchesi, in maggioranza francofoni, hanno lasciato la provincia per andare a lavorare negli USA.

Negli anni 80 si assiste ad una politica nazionale e alla creazione della ferrovia Canada-Pacifico, che simbolizza la formazione di uno stato pan-canadiano. L’apertura dell’ovest verso la colonizzazione riduce il peso politico del Québec e coincide con l’erosione dei diritti francofoni in tutte le regioni del Canada.

Nasce un movimento di risveglio delle coscienze del Québec: il colonialismo della maggioranza anglofona del Canada mantiene in una posizione di inferiorità economica e politica i Canadesi francesi, ed essi si rendono conto che i managers inglesi non sono altro che i managers dell’imperialismo americano dominante l’economia canadese.

Il conservatorismo

Contro questa doppia colonizzazione (ma soprattutto contro quella inglese) il Québec reagisce e cerca di affermare la propria indipendenza: da due secoli i Canadesi francesi manifestano la loro volontà di vivere come gruppo francofono.

A partire da questo momento comincia quel conservatorismo che culminerà tra il 1920 e il 1959.

Per approfondimenti: L’évolutione du Canada entre 1840 et 1867

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