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Matteo Pizzigallo » 1.Parte prima: Il Mediterraneo nel XX secolo


“Il mare unisce i popoli che separa” – A. Pope


Immagini mediterranee

  • Le due immagini che seguono illustrano con efficacia la prospettiva in cui intendono collocarsi queste lezioni di Storia delle relazioni euromediterranee.
  • La prima immagine è il “Mediterraneo rovesciato”, carta geografica del XIII secolo custodita (e speriamo lo sia ancora) nella Biblioteca nazionale di Baghdad. Ci fa vedere come all’epoca veniva rappresentato dai geografi orientali e come appariva ai navigatori che da Levante facevano rotta sui porti cristiani attraverso il Mare Bianco d’Oriente, Ak Deniz.
  • La seconda immagine è il “Porto del Mediterraneo”, dipinto tra il 1744 e il 1749, sulla parete di una prestigiosa dimora inglese dal vedutista modenese Antonio Joli. In questo porto immaginario sono presenti tutti insieme vari elementi architettonici che richiamano i porti di Genova, Venezia e Napoli nonché, in una mescolanza di colori e abiti orientali, diverse figure che, insieme o separatamente, si sarebbero potute incontrare in un qualsiasi porto mediterraneo dell’epoca.

Il mediterraneo rovesciato – XII secolo


Porto del Mediterraneo (Antonio Joli)


Che cos’è il Mediterraneo?

“Che cos’è il Mediterraneo?- ha scritto il grande storico Fernand Braudel- Molte cose al tempo stesso. Non una civiltà, ma più civiltà ammassate l’una sull’altra. Il Mediterraneo è un antico crocevia. Da millenni tutto è confluito verso questo mare, scompigliando ed arricchendo la sua storia.”
Una storia che la modernità ha reso ancora più complessa e di difficile lettura. E così talvolta è accaduto, specie in alcuni studi recentemente apparsi, che l’accuratezza critica e l’analisi storica siano state sopraffatte dalla tentazione sempre in agguato di ricorrere alle semplificazioni preconcette oppure alle inconscie suggestione dei miti.

“Non esiste una sola cultura mediterranea…”

“…non esiste una sola cultura mediterranea …”

SABRATAH, Great Socialist People’s Lybian Arab Jamahirya


“… Il resto è mitologia …”

“Molte definizioni che fanno parte del nostro patrimonio –scrive l’illustre slavista Pedrag Matvejevic’- devono essere prese con cautela. Non esiste una sola cultura mediterranea: ce ne sono molte in seno a un solo Mediterraneo. Le somiglianze sono dovute alla prossimità di un mare comune e all’incontro sulle sue sponde di nazioni e forme di espressioni vicine. Le differenze sono segnate da origini e storia, credenze e costumi, talvolta inconciliabili. Né le somiglianze né le differenze sono assolute o costanti: talvolta sono le prime a prevalere, talvolta le ultime. Il resto è mitologia”.

“… Una visione differenziata …”

Un approccio metodologicamente corretto alla storia delle relazioni euromediterranee in età contemporanea può essere dunque rappresentato dall’analisi delle “somiglianze e delle differenze” incrociata però con lo studio delle politiche interne e internazionali dei singoli Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo lette anche alla luce delle più recenti ricerche e interpretazioni di qualificati storici del Litorale arabo.
Insomma un primo sperimentale tentativo di analisi che tenga anche conto del Mediterraneo “rovesciato”, nella prospettiva non tanto di scrivere un’impossibile “storia condivisa”, che appartiene ai miti, quanto piuttosto di “condividere una visione differenziata dei problemi e, soprattutto, delle loro radici profonde.

Attraverso il Mediterraneo

Possiamo iniziare il nostro viaggio attraverso il Mediterraneo e le sue storie partendo dai primi anni del Novecento, quando l’Europa delle grandi potenze aveva consolidato il suo dominio sulle colonie d’Oltremare…


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