La produzione e commercializzazione degli sfarinati è regolata dal D.P.R. n° 187 del 9 febbraio 2001.
Nell’analisi degli sfarinati vanno essenzialmente valutati parametri che servono per la classificazione merceologica delle farine di frumento (umidità, ceneri, tenore proteico).
Altri parametri valutabili si riferiscono alle proprietà reologiche delle farine dalle quali dipende il comportamento, durante la lavorazione meccanica, degli impasti ottenuti con esse.
Questa analisi viene effettuata per individuare l’eventuale aggiunta alla farina di frumento di farine di altri cereali, di leguminose o di patate.
L’analisi è condotta osservando al microscopio le caratteristiche morfologiche dei granuli di amido che sono differenti in funzione della provenienza delle farine.
Per l’esecuzione dell’analisi 2 g di farina vanno addizionati con 30 mL di acqua distillata. Dopo 5′ si recupera la frazione liquida lattiginosa, allontanandola dal residuo costituito dal glutine, e la si lascia decantare. Il sedimento così ottenuto viene, poi, analizzato al microscopio.
Il contenuto di umidità di una farina varia con la temperatura e l’umidità esterne e il quantitativo di acqua adoperato nel lavaggio e condizionamento del grano in fase di molitura.
Il tenore di umidità massimo tollerato per legge è di 14.5 %.
L’analisi viene eseguita riscaldando 10 g di farina a 100°-105°C in stufa.
A peso costante (la differenza tra due pesate non deve essere superiore a 1 mg), la differenza di peso prima e dopo il riscaldamento, riferita a 100 g di farina, rappresenta la % di umidità.
% umidità = (M – m) x 100 / M
M = peso campione prima dell’evaporazione
m = peso campione dopo l’evaporazione
Il quantitativo di ceneri in una farina dipende dal tasso di abburattamento. Esso può variare tra 0.50 % e 0.95 % e può raggiungere il 2% nelle farine integrali
Le ceneri sono costituite prevalentemente da P2O5 (50 %) e K2O (35 %)
Il saggio per determinare le ceneri viene eseguito riscaldando un campione pesato di farina (5 – 10 g), posto in capsula di platino, a 550 – 590 °C in muffola.
Il peso delle ceneri viene riferito a 100 g di sostanza secca.
La determinazione del contenuto viene eseguita utilizzando il metodo Kjeldahl.
Con questo metodo si determina il contenuto di azoto dal quale si ricava il contenuto di proteine utilizzando un opportuno parametro di conversione.
Il metodo consiste di tre step:
Il contenuto di proteine va riferito a 100 g di sostanza e si calcola adoperando la seguente formula:
Sostanze azotate % s.s. = (V . N . F . 10000) / E . (100 – U)
dove:
V = ml di acido 0,1 N;
N = 0,0014008 (grammi di azoto corrispondenti a 1 ml di acido 0,1 N);
E = peso del campione in grammi;
U = umidita’ percentuale del campione;
F = fattore di conversione dell’azoto in sostanze azotate, eguale a 5,70 per il frumento.
L’acidità si determina per valutare il grado di freschezza e lo stato di conservazione di una farina.
Per l’analisi si opera su 4 g di farina trattati con una soluzione acqua – etanolo. Trascorse 3 ore si determina l’acidità su 50 mL di filtrato mediante titolazione con NaOH in presenza di fenolftaleina.
Con questo metodo il grado di acidità esprime i ml di base 1 N necessari a neutralizzare 100 g di sfarinato secco.
Il campione può essere anche preparato mediante estrazione con etere (si determina anche l’acidità dovuta alla frazione lipidica) o per sospensione in acqua distillata.
Tale analisi ha lo scopo di valutare il grado di abburattamento di una farina e si basa sul fatto che la cellulosa non subisce l’attacco di enzimi idrolizzanti che invece degradano gli altri costituenti della farina consentendo il loro allontanamento mediante ripetuti lavaggi.
Un campione di farina viene enzimaticamente digerito in presenza di a-amilasi, stabile al calore, proteasi ed amiloglucosidasi, per rimuovere le proteine e l’amido; si precipita con etanolo. Il peso del residuo dopo filtrazione, da cui va detratta la quantità di ceneri e proteine rimanenti, rappresenta il peso della fibra totale presente nel campione.
Per la determinazione del glutine quest’ultimo va estratto dalla farina.
Per l’estrazione del glutine si preparano due soluzioni
a) al 4% di fosfato monosodico e
b) al 4% di fosfato bisodico
utilizzando come solvente una soluzione al 2% di NaCl. Le due soluzioni sono mescolate per ottenere una soluzione tampone a pH 6.8 che è poi diluita 1:40 con la soluzione di NaCl.
Con 12.5 mL di tale soluzione si impastano 20 g di farina.
Dopo mezz’ora l’impasto viene lavato con la soluzione salina per allontanare le proteine solubili e l’amido.
Il glutine puro così ottenuto è essiccato in stufa.
Il contenuto di glutine, come glutine secco, va riferito a 100 g di sostanza e si calcola adoperando la seguente formula :
Glutine secco % s.s. = m x 5 x [100 / (100 - U)]
dove:
m = peso del glutine secco;
U = umidita’ percentuale del campione.
Nei prodotti privi di glutine, destinati all’alimentazione dei celiaci, il glutine va determinato allo scopo di evidenziarne la presenza in quantità superiori a quelle fissate per legge per tale tipo di prodotti.
In questo caso va utilizzato un metodo di analisi molto sensibile. Il Codex Alimentarius fissa il limite di sensibilità del saggio a 10 ppm. Il metodo ufficiale proposto dal Codex Alimentarius è il saggio immunoenzimatico ELISA.
Questo metodo di analisi si basa sul principio della formazione del complesso antigene – anticorpo:
I parametri tecnologici si riferiscono alle proprietà reologiche (estensibilità, elasticità, consistenza impasto) .
Per il frumento tenero sono state individuate 5 classi distinte sulla base dell’Indice Sintetico di Qualità (ISQ) che comprende i seguenti parametri:
I parametri di valutazione per la classificazione del grano duro sono: tenore proteico, qualità del glutine, colore della semola (giallo per la presenza di carotenoidi).
Indice alveografico W
Indice alveografico P/L
In figura: Alveogramma ottenuto con l’alveografo di Chopin utilizzato per misurare gli indici alveografici. L’alveografo di Chopin registra graficamente le variazioni di pressione subite dalla farina in fase di rigonfiamento.
Indice farinografico di stabilità di Brabender
Indice di caduta o di Hagberg
Peso ettolitrico o peso specifico apparente
1. Introduzione alla Chimica degli Alimenti
2. Costituenti degli alimenti I
3. Costituenti degli alimenti II
5. Trasformazioni a carico dei costituenti degli alimenti
6. Conservazione degli alimenti mediante calore e basse temperature
7. Conservazione degli alimenti mediante disidratazione
8. Conservazione degli alimenti mediante tecniche tradizionali
10. Analisi dell'olio d'oliva II
13. Il latte
15. Il vino
16. Analisi del vino