Un confronto tra apparato digerente di pollo e di struzzo. Da notare, in quest’ultimo, il notevole sviluppo dei ciechi e, soprattutto del colon caratteristiche, entrambe, tipiche degli erbivori monogastrici.
Volendo formulare razioni alimentari per struzzi, è fondamentale conoscere il valore nutritivo degli alimenti e i fabbisogni nutritivi della specie.
Definire il valore nutritivo degli alimenti ha richiesto numerose ricerche. Lo struzzo veniva infatti considerato un grosso pollo e di conseguenza le diete venivano formulate semplicemente regolando le quantità di alimento in funzione della capacità di ingestione.
Tuttavia, essendo un erbivoro, la potenzialità di utilizzo dei principi nutritivi, soprattutto della fibra sarà molto diversa.
Inizialmente, si faceva riferimento al pollo adottando l’equazione: EM = 6 + 0.644 EM polli, dove EM rappresenta il contenuto di energia metabolizzabile (Kcal/kg) degli alimenti.
Con il tempo, nuove ricerche sono state condotte per definire più correttamente i fabbisogni nutritivi dello struzzo.
I fabbisogni energetici di mantenimento possono essere calcolati come: 0.44 MJ/kg di peso metabolico, oppure 105 kcal/kg di peso metabolico. Così, uno struzzo che pesa 100 Kg (peso metabolico 31.6 kg) avrà un fabbisogno energetico di mantenimento pari a 3322 kcal al giorno.
Per quanto riguarda i fabbisogni energetici di accrescimento L’unico riferimento disponibile riporta un rendimento dell’EM in ENcarne pari a 0.32 – 0.35 di molto inferiore a quello dei polli (0.72).
Da questi valori e attribuendo un valore calorico al grammo di accrescimento di circa 1.94 Kcal (21 % proteine, 8.2% lipidi) si deduce che da 100 Kcal di EM somministrata possiamo avere 32 – 35 Kcal di EN e quindi 16.5 – 18.0 g di incremento [(32 – 35)/1.94].
Dopo i 3 – 4 mesi di età, la velocità di accrescimento rallenta per cui il contenuto proteico viene ridotto al 17 % mentre, essendo ormai completo lo sviluppo dell’apparato digerente, il contenuto in cellulosa grezza può essere portato al 12 – 14 %.
Quando i riproduttori si preparano alla deposizione, la dieta va gradualmente modificata aumentando il tenore proteico e riducendo quello di fibra grezza ed incrementando i contenuti di calcio e fosforo.
La composizione della dieta può anche essere modulata in funzione dell’ingestione.
Una volta calcolata la composizione chimico-nutrizionale della dieta, è importante anche conoscere le tecniche di alimentazione adeguate.
Innanzitutto, l’alimento va somministrato ad libitum, facendo in modo che le mangiatoie siano sempre piene.
Gli ingredienti più utilizzati sono mangimi pellettati del commercio (anche specifici per struzzi), erba medica disidratata o, se disponibile, erba medica verde, insilato di mais.
Soprattutto se si utilizza l’insilato di mais, si può adottare anche la tecnica dell’unifeed.
La fonte di fibra deve essere sempre di qualità abbastanza elevata.
Il pulcino nasce con una riserva di sacco vitellino piuttosto abbondante. Si pensi che in teoria potrebbe restare addirittura una settimana senza ingerire alimento. Tuttavia, è necessario stimolare precocemente l’ingestione di alimento mettendo a disposizione il concentrato scelto sotto forma di piccoli pellet. Infatti il digiuno anche di un solo giorno porta ad un calo del peso di circa il 10 %.
Durante questa fase è ridotta la digeribilità di grassi e fibra. Bisogna anche evitare eccessi di amido e proteine. È anche buona norma somministrare integratori tipo il lievito di birra.
Solo a 10 settimane viene raggiunto il 90 % della capacità digestiva e si abbandona la razione di svezzamento per quella di accrescimento che rimarrà fino a 45 gg prima della macellazione. Anche se la digeribilità della fibra è ridotta, è bene iniziare a mettere a disposizione degli animali, fin dalla 3 – 4 settimana di età, piccole quantità di erba medica disidratata.
I più frequenti errori alimentari che si commettono nell’alimentazione degli struzzi riguardano l’impiego di diete molto ricche in energia e proteine durante la fase di svezzamento, oppure la somministrazione razionata di alimento.
Entrambi gli errori possono condurre a patologie dette anche tecnopatie che più frequentemente si manifestano fino a 3 mesi di vita e diventano rare solo dopo i sei mesi. Tali patologie, che possono anche avere esiti letali sono la rotazione tibio-tarsica (o torsione del dito) e il cosiddetto “impaccamento”.
I pulcini di struzzo hanno un ritmo di accrescimento molto elevato. Durante la fase di svezzamento possono arrivare a crescere anche 500 g al giorno. Quando però vengono somministrati alimenti eccessivamente ricchi in energia e proteine, la deposizione di massa muscolare può avvenire molto rapidamente e non in concomitanza con lo sviluppo del tessuto scheletrico.
Di conseguenza le ossa lunghe non ancora sufficientemente compatte si piegano sotto il peso corporeo e gli arti subiscono una torsione con le ginocchia che ruotano verso l’esterno.
La patologia non è di per sé mortale ma gli animali colpiti hanno maggiori difficoltà ad avvicinarsi alla mangiatoia e di conseguenza il ritmo di accrescimento viene fortemente penalizzato.
La stasi del ventriglio (stomaco muscolare) è senza dubbio la patologia più diffusa e temuta dagli allevatori di struzzi.
La stasi gastrica è una sindrome complessa e multifattoriale, caratterizzata dalla cessazione delle normali contrazioni muscolari che hanno lo scopo di macinare il cibo proveniente dal proventriglio e di farlo proseguire verso l’intestino per le ulteriori fasi digestive. Per il blocco di questa attività, si forma come una diga che ostacola o blocca del tutto i normali flussi digestivi causando la mortalità per intossicazione e/o inedia.
Le cause della stasi sono molteplici, ma tutte si riconducono a due motivi principali: ingestione di alimento troppo voluminoso o fibroso che blocca lo stomaco oppure lesioni alla mucosa dello stomaco che ne bloccano la funzionalità: corpi estranei; micosi; parassitosi.
Pur essendo riconosciuta l’eziologia multifattoriale, la componente nutrizionale sembra avere un ruolo preponderante.
Infatti, la vita monotona in cattività spinge questi uccelli, naturalmente molto curiosi, a beccare e, se le mangiatoie restano vuote per troppo tempo, sono spinti ad ingerire pietre e altro materiale che possono trovare sul terreno.
Tuttavia, anche una eccessiva quantità di alimento messa a disposizione degli animali può avere ricadute negative sulla motilità gastrica.
Buona norma sarebbe quindi fare in modo che le mangiatoie siano piene durante le ore di luce (come tutti i volatili anche lo struzzo non si alimenta al buio) dividendo la razione giornaliera in almeno due pasti.
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