Mentre nel rilevamento metrico è possibile ottenere risultati metricamente determinati, con scarti di errore valutabili in relazioni agli obiettivi ed alle strumentazioni impiegate, non si può dire lo stesso per il rilievo del colore. Nel primo caso, infatti, rileviamo lo spazio fisico, nel secondo rileviamo una sensazione visiva in quanto il colore è la risposta percettiva del nostro sistema oculare allo stimolo della luce, quando questa ultima viene in parte rifranta da un determinato oggetto. Inoltre, poiché il nostro sistema ottico riconosce gli impulsi luminosi ricevuti sotto forma di onde elettromagnetiche e li trasmette al nostro cervello trasformati dal nervo ottico in impulsi elettrici, è il cervello che vede i colori e non gli occhi. E quindi è la luce a permettere e a condizionare la capacità di vedere i colori. Inoltre nella visione delle cose entrano in gioco molteplici fattori propri del contesto a cui esse appartengono.
Ha collaborato alla redazione di questa lezione l’arch. A. Paolillo
Una superficie non è mai osservata in un contesto totalmente acromatico, ma è percepita insieme a numerosi altri stimoli provenienti da diversi oggetti compresenti (sfondi, luminosità diffusa, fonti di luce concentrata) e da interferenze molteplici, per cui uno stesso colore può essere registrato in modo diverso se percepito in contesti diversi. Quando poi confrontiamo le differenze percettive determinate dalla illuminazione naturale e artificiale di uno stesso luogo, ci rendiamo conto della incidenza delle fonti di luce sulla fruizione della struttura morfologica delle architettura presenti nelle nostre città.
Nel campo del rilievo assumono fondamentale importanza non solo il rilievo delle dimensioni e delle geometrie di una architettura o di una città, ma parimenti il rilievo dei materiali, delle grane, dei colori, delle capacità o meno di assorbire e di riflettere la luce, delle tipologie di luce naturale e di luce artificiale prevedibili. Nei programmi di qualificazione e di riqualificazione urbana sono innumerevoli le iniziative che affrontano il tema del colore nel complesso dei contesti urbani, nei dettagli di architetture e di parti architettoniche. Ed oggi sovente queste iniziative coinvolgono i cosiddetti ” piani del colore” e ” piani della luce”.
Le tinte devono essere accuratamente rilevate e riprodotte il più fedelmente possibile con gli stessi materiali e tecniche con cui esse erano state un tempo applicate, perché nel loro insieme rappresentano la “tavolozza dei colori” di una Città, l’elemento più significativo per la stesura di un Piano del Colore.
Il Piano del Colore ha quindi come obiettivo principale quello di creare un quadro generale di riferimento unitario, finalizzato al controllo ed al corretto indirizzo degli interventi di tinteggiatura delle facciate, nel rispetto della storia, dello stile e dell’uso di materiali nelle epoche passate.
Il colore osservato di una superficie dipende:
Il rilevamento cromatico è finalizzato a restituire l’effetto cromatico dei fronti edilizi e delle loro parti.
Il rilievo del colore va dunque riferito ai materiali ricorrenti nei manufatti architettonici presi in esame, sia a quelli tipici delle superfici murarie realizzate in pietra, in laterizio, in maiolica, in intonaco tinteggiato, in stucco, sia a quelli tipici degli elementi architettonici realizzati in legno, in metallo, in vetro, eccetera.
Il rilievo delle tinteggiature, cioè del paramento esterno della gran parte degli edifici, soprattutto di quelli tradizionali, può essere eseguito sia mediante rilevamento cromatico diretto, sia mediante rilevamento strumentale, sia mediante rilevamento informatico.
Nel rilevamento cromatico per confronto diretto, per documentare il colore rilevato sulle superfici murarie intonacate o sui materiali lapidei o su quelle in laterizio, o in legno, in metallo, si ricorre a un sistema di campionamento standard, riferito ad una scheda/colori, o ad una gamma/campioni predisposta. La documentazione viene riportata sui grafici di dettaglio in termini numerici e alfanumerici, piuttosto che mediante una rappresentazione mimetica che non può tener conto sia della diversità dimensionale che di quella percettiva tra la scala reale e quella della rappresentazione.
Nel rilevamento cromatico per confronto diretto, si ricorre a un sistema di campionamento standard, riferito ad una scheda/colori, o ad una gamma/campioni predisposta.
La documentazione viene riportata sui grafici di dettaglio in termini numerici e alfanumerici.
Il codice/colore è definito dai parametri di tonalità (T alfanumerica) che esprime il carattere del colore, di saturazione (S numerico) che misura l’intensità del colore, e di luminosità (L numerico) che definisce la quantità di luce che un colore riflette. Per la valutazione dell’esatto colore di una superficicie si fa riferimento al principio di appartenenza/colore secondo le modalità del Sistema Munsell.
Questo sistema venne proposto da Albert Munsell agli inizi del Novecento. Esso definisce un sistema cromatico tridimensionale che classifica le sfumature del colore. Il sistema occhio-cervello vede un colore e la conseguente sensazione può essere rappresentata da tre valori psico-sensoriali: H (hue, cioè tonalità), C (chroma, cioè croma) e V (valore, luminosità).
H = tinta o tonalità
E’ divisa nei cinque colori di base: rosso (R), giallo (Y), verde (G), blu (B) e porpora (P), con una seconda dimensione tra ciascun colore, divisa in 10 gradazioni. La tinta dipende fisicamente dalla lunghezza d’onda dominante.
La foto è tratta dal sito di Franco Zeri
V = Luminosità o valore
Definisce la caratteristica di riflessione di un colore. Corrisponde fisicamente alla quantità di energia luminosa riflessa da un colore definibile chiaro o scuro. Una tinta sarà tanto più luminosa quanto meno nero contiene. La misurazione del livello di luminosità o oscurità di un colore, è divisa in 11 incrementi progressivi che vanno dal bianco al nero.
C = Saturazione o purezza
E’ l’intensità di un colore e dipende fisicamente dalla distribuzione spettrale. Un colore sarà saturo quando non contiene bianco. La misurazione della saturazione (o purezza) di un colore, è suddivisa in 15 gradazioni.
La foto è tratta dal sito di Franco Zeri
Il rilevamento strumentale avviene mediante uno spettrofotometro che valuta caso per caso e luogo per luogo la composizione spettrale della tinta.
Si tratta di un sistema ottico checonsente di mettere a confronto un campione bianco con un campione colorato esposti entrambi alle componenti colorate della luce bianca attraverso un prisma.
Il risultato comparativo viene registrato in un grafico che ne determina le componenti cromatiche dei colori fondamentali della luce (rosso, verde, blu). Questo metodo non sempre risulta adeguato sia per i tempi di impiego, sia per le dimensioni estese degli ambiti urbani presi in esame.
la foto è tratta dal sito Franco Zeri
La misurazione di un campione colorato o di una luce può essere effettuato anche attraverso il colorimetro.
Si tratta di un dispositivo formato da due superfici piane che si intersecano e che costituiscono lo schermo a due sezioni che viene illuminato contemporaneamente da sinistra con 3 proiettori che illuminano il campione in esame con i filtri delle tre luci fondamentali (rosso, verde, blu), e da destra con una luce bianca standard. Il raffronto tra la riflettanza delle 2 superfici ci dà il valore cromatico in RGB del campiona da misurare.
la foto è tratta dal sito Franco Zeri
Il rilevamento informatico invece permette di estendere ed organizzare la documentazione del colore ad ampi comparti urbani, di operare agevoli confronti, di verificare l’insieme dei colori e di controllarne gli accostamenti. Tale procedura avviene dapprima acquisendo in computer un ampio catalogo fotografico elaborato su criteri di rilevamento analogico e articolato in riprese scattate in più ore del giorno sulla stessa superficie, ed in secondo momento verificando mediante software adeguati la coincidenza del colore presente nella fotografia con quello presente in uno schedario di colori codificati (codice Munsell o altro codice/colore).
Il rilevamento informatico del colore presenta comunque dei limiti legati alla possibilità di riuscire a tarare gli errori prevedibili nella strumentazione fotografica e informatica, relazionate l’una all’altra. Per ovviare a tali imprecisioni si preferisce spesso una procedura di rilevamento diretto integrata da filtri e da varie modalità di verifica.
La restituzione informatizzata del rilievo consente anche di poter colorare le facciate utilizzando sistemi di rappresentazione coordinati con i sistemi di notazione in sito.
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