Significato multiplo dei suffissi
I suffissi però non presentano sempre una relazione univoca tra il significante e il significato.
Una stessa forma suffissale può avere significati multipli.
Lo mostra la polisemia del suffisso -to che genera la formazione di un aggettivo qualificativo (hastatus, barbatus), di un participio (laudatus), di un numerale ordinale (sextus).
Significato uguale di suffissi diversi
I suffissi possono funzionare in sinonimia: per es. gli astratti in -tas si alternano con quelli in -tudo (beatitas e beatitudo) e gli astratti in -tio si alternano con quelli in -tus (motus e motio, actus e actio).
Suffissi che non cambiano la categoria lessicale della base
Alcuni suffissi non modificano la categoria lessicale della base ma ne esprimono solo una sfumatura di significato.
Tra questi si segnalano i cd. suffissi valutativi, nella cui categoria si includono sia quelli con cui si formano i ‘diminutivi’ e i ‘peggiorativi’ sia quelli con cui si formano i derivati che esprimono le ‘variazioni d’intensità’ dell’azione verbale (verbi incoativi, frequentativi e desiderativi).
Derivati diminutivi in -lus, -la, -lum
Il suffisso diminutivo -lus, -la, -lum si presenta in varie forme nei diminutivi di nomi, di aggettivi o di verbi:
- derivati in -ulus (-ula, -ulum) e -olus (-ola, -olum). Sono nomi e aggettivi diminutivi: foculus “piccolo focolare” da focus “fuoco”, barbula “barbetta” da barba, pratulum “praticello” da pratum “prato”, linteolum “fazzoletto” da linteum “tela di lino”, parvulus “piccolino” da parvus “piccolo”.
Derivati diminutivi in -lus, -la, -lum
- derivati in -llus (-lla, -llum): agnellus “agnellino” da agnus “agnello”, catellus, i, m. “cagnolino” da catulus, novellus “novello” da novus “nuovo”;
- derivati in -culus (-cula, -culum): homunculus “omuncolo” da homo “uomo”; oratiuncula “discorsetto” da oratio “discorso”; munusculum “regaluccio” da munus “dono”;
- derivati in -iculus, (-icula, -iculum): pediculus “piedino” da pes “piede”, craticula “graticola” da cratis “graticcio”;
- derivati in -ecula: specula “piccola speranza” da spes “speranza”.
Derivati peggiorativi in -aster
Il suffisso -aster, -astri serve a formare nomi maschili e aggettivi spesso con valore peggiorativo.
Ad es.: oleaster “olivo selvatico”, parasitaster “povero parassita”, surdaster “duro d’orecchio”.
Verbi derivati frequentativi
Un altro esempio di suffissi che non modificano la categoria lessicale della base è costituito dai suffissi che esprimono le ‘variazioni d’intensità’ dell’azione verbale.
I suffissi in -to e -ito danno vita ai verbi frequentativi (chiamati anche iterativi e intensivi).
Ad es.: rogo “chiedo”, rogito “chiedo con insistenza”.
Verbi derivati frequentativi
La funzione originaria di questi verbi con tema in -a, derivati dal participio perfetto che indica stato, è quella di indicare l’aspetto imperfettivo dell’azione e di insistere sull’idea di durata.
Verbi derivati frequentativi
Il fondamentale valore di durata assume poi varie accezioni:
- iterativa (azione intermittente e ripetuta): iacto “lancio spesso o con impeto” da iacio “lancio”, salto “saltello” da salio “salto” (verbi iterativi in -tāre)
- conativa (azione che non giunge a compimento): capto “cerco di prendere” da capio “prendo”, consulto “cerco di decidere” da consulo “decido”, vendito “cerco di vendere” da vendo “vendo”, sciscitor “cerco di sapere” da scio “so”
Verbi derivati frequentativi
- intermittenza e consuetudine: lectito “leggere e rileggere” da lego “leggo”
- attenuazione: dormito “sonnecchio” da dormio “dormo”.
I verbi frequentativi si colorano di valori espressivi e sono perciò preferiti dalla lingua d’uso.
Verbi derivati incoativi
Il suffisso -sco (detto incoativo da incŏho “incomincio”) indica un progressivo cambiamento di stato. Timeo “ho paura”, extim-esco “mi spavento, incomincio ad aver paura”; albeo “sono bianco”, albesco “divento bianco”; caleo “sono caldo”, calesco “mi riscaldo”; flaveo “sono biondo”, flavesco “divento biondo”; hio “sto a bocca aperta”, hiasco “mi apro”; memini “ricordo”, reminiscor “richiamo alla memoria”. Ma hanno perso la loro caratterizzazione semantica alcuni verbi come quiesco “riposo”, posco “chiedo”, ulciscor “vendico”.
Verbi derivati desiderativi
I suffissi -esso e -urio danno vita ai verbi che esprimono nel loro significato la sfumatura del desiderio.
Ad es.: capio “prendo”, cap-esso “voglio prendere”; edo “mangio”, esurio “desidero mangiare”.
1. L'insegnamento grammaticale del latino e la riflessione linguistica
2. Le unità di base della morfologia latina
3. Le classi flessive del latino
10. La formazione delle parole: la derivazione
13. I derivati con suffisso II
14. La composizione
G. Haverling, On sco-verbs, prefixes and semantic functions. A study in the development of prefixed and unprefixed verbs from early to late latin, Göteborg 2000