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Valeria Viparelli » 13.I derivati con suffisso II


I derivati con suffisso

Significato multiplo dei suffissi

I suffissi però non presentano sempre una relazione univoca tra il significante e il significato.

Una stessa forma suffissale può avere significati multipli.

Lo mostra la polisemia del suffisso -to che genera la formazione di un aggettivo qualificativo (hastatus, barbatus), di un participio (laudatus), di un numerale ordinale (sextus).

I derivati con suffisso

Significato uguale di suffissi diversi

I suffissi possono funzionare in sinonimia: per es. gli astratti in -tas si alternano con quelli in -tudo (beatitas e beatitudo) e gli astratti in -tio si alternano con quelli in -tus (motus e motio, actus e actio).

I derivati con suffisso

Suffissi che non cambiano la categoria lessicale della base

Alcuni suffissi non modificano la categoria lessicale della base ma ne esprimono solo una sfumatura di significato.

Tra questi si segnalano i cd. suffissi valutativi, nella cui categoria si includono sia quelli con cui si formano i ‘diminutivi’ e i ‘peggiorativi’ sia quelli con cui si formano i derivati che esprimono le ‘variazioni d’intensità’ dell’azione verbale (verbi incoativi, frequentativi e desiderativi).

Le parole alterate

I derivati con suffisso

Derivati diminutivi in -lus, -la, -lum

Il suffisso diminutivo -lus, -la, -lum si presenta in varie forme nei diminutivi di nomi, di aggettivi o di verbi:

- derivati in -ulus (-ula, -ulum) e -olus (-ola, -olum). Sono nomi e aggettivi diminutivi: foculus “piccolo focolare” da focus “fuoco”, barbula “barbetta” da barba, pratulum “praticello” da pratum “prato”, linteolum “fazzoletto” da linteum “tela di lino”, parvulus “piccolino” da parvus “piccolo”.

I derivati con suffisso

Derivati diminutivi in -lus, -la, -lum

- derivati in -llus (-lla, -llum): agnellus “agnellino” da agnus “agnello”, catellus, i, m. “cagnolino” da catulus, novellus “novello” da novus “nuovo”;

- derivati in -culus (-cula, -culum): homunculus “omuncolo” da homo “uomo”; oratiuncula “discorsetto” da oratio “discorso”; munusculum “regaluccio” da munus “dono”;

- derivati in -iculus, (-icula, -iculum): pediculus “piedino” da pes “piede”, craticula “graticola” da cratis “graticcio”;

- derivati in -ecula: specula “piccola speranza” da spes “speranza”.

I derivati con suffisso

Derivati peggiorativi in -aster

Il suffisso -aster, -astri serve a formare nomi maschili e aggettivi spesso con valore peggiorativo.

Ad es.: oleaster “olivo selvatico”, parasitaster “povero parassita”, surdaster “duro d’orecchio”.

I derivati con suffisso

Verbi derivati frequentativi

Un altro esempio di suffissi che non modificano la categoria lessicale della base è costituito dai suffissi che esprimono le ‘variazioni d’intensità’ dell’azione verbale.

I suffissi in -to e -ito danno vita ai verbi frequentativi (chiamati anche iterativi e intensivi).

Ad es.: rogo “chiedo”, rogito “chiedo con insistenza”.

I derivati con suffisso

Verbi derivati frequentativi

La funzione originaria di questi verbi con tema in -a, derivati dal participio perfetto che indica stato, è quella di indicare l’aspetto imperfettivo dell’azione e di insistere sull’idea di durata.

I derivati con suffisso

Verbi derivati frequentativi

Il fondamentale valore di durata assume poi varie accezioni:

- iterativa (azione intermittente e ripetuta): iacto “lancio spesso o con impeto” da iacio “lancio”, salto “saltello” da salio “salto” (verbi iterativi in -tāre)

- conativa (azione che non giunge a compimento): capto “cerco di prendere” da capio “prendo”, consulto “cerco di decidere” da consulo “decido”, vendito “cerco di vendere” da vendo “vendo”, sciscitor “cerco di sapere” da scio “so”

I derivati con suffisso

Verbi derivati frequentativi

- intermittenza e consuetudine: lectito “leggere e rileggere” da lego “leggo”

- attenuazione: dormito “sonnecchio” da dormio “dormo”.

I verbi frequentativi si colorano di valori espressivi e sono perciò preferiti dalla lingua d’uso.

I derivati con suffisso

Verbi derivati incoativi

Il suffisso -sco (detto incoativo da incŏho “incomincio”) indica un progressivo cambiamento di stato. Timeo “ho paura”, extim-esco “mi spavento, incomincio ad aver paura”; albeo “sono bianco”, albesco “divento bianco”; caleo “sono caldo”, calesco “mi riscaldo”; flaveo “sono biondo”, flavesco “divento biondo”; hio “sto a bocca aperta”, hiasco “mi apro”; memini “ricordo”, reminiscor “richiamo alla memoria”. Ma hanno perso la loro caratterizzazione semantica alcuni verbi come quiesco “riposo”, posco “chiedo”, ulciscor “vendico”.

I derivati con suffisso

Verbi derivati desiderativi

I suffissi -esso e -urio danno vita ai verbi che esprimono nel loro significato la sfumatura del desiderio.

Ad es.: capio “prendo”, cap-esso “voglio prendere”; edo “mangio”, esurio “desidero mangiare”.

I materiali di supporto della lezione

G. Haverling, On sco-verbs, prefixes and semantic functions. A study in the development of prefixed and unprefixed verbs from early to late latin, Göteborg 2000

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