La quarta declinazione comprende i pochi nomi il cui tema termina in vocale u.
Molti nomi con tema in vocale u hanno uniformato la loro declinazione a quella delle declinazioni più diffuse. Grus “gru” e sus “maiale” sono passati nel gruppo dei nomi che seguono la terza declinazione. Molti nomi in -u presentano dei doppioni che seguono la seconda declinazione (senatus / senati “del senato”; exercitus / exerciti “dell’esercito”).
Osservazioni
Nominativo: il Nominativo sia femminile che maschile è sigmatico (metus, metus “timore”; manus, manus “mano”), mentre quello neutro è asigmatico (genu, genus “ginocchio”).
Dativo singolare maschile: la regola di cancellazione vocalica non si applica.
Dativo singolare neutro: l’antica desinenza è scomparsa.
Genitivo plurale: la regola di cancellazione vocalica non si applica.
Osservazioni
Dativo e Ablativo plurale: nel latino classico si è generalizzata, per influsso della terza declinazione, la desinenza in -ibus al posto di quella originaria in -bus (cfr. le forme di uso arcaico: arcubus “agli, con gli archi”, artubus “alle, con le articolazioni”, lacubus “ai laghi, con i laghi”).
La declinazione di domus “casa” oscilla tra la seconda e la quarta declinazione.
Del nome domus c’è anche rimasta frequente testimonianza di un antico Caso Locativo domi.
I temi della V declinazione
La quinta declinazione comprende i nomi col tema in vocale e.
I pochi sostantivi di questa declinazione sono soprattutto nomi femminili astratti (ad esempio, spes, spei “speranza”; pernicies, perniciei “danno”).
L’alternanza con -ia crea doppioni che, accanto alla declinazione propria, seguono anche la prima declinazione, ad esempio materies / materia “materia”.
Osservazioni
La regola di cancellazione della vocale non si applica mai alla quinta declinazione.
Solo dies “giorno” e res “cosa” hanno tutti i Casi del singolare e del plurale.
Il nome dies è femminile al singolare, quando indica “giorno fissato, prestabilito”. Altrimenti tende ad assumere il genere maschile ed è sempre maschile al plurale.
La declinazione degli aggettivi
Gli aggettivi seguono gli stessi paradigmi flessivi dei nomi.
Aggettivi di prima classe
Una classe di aggettivi ha il tema in vocale -o- / -a-.
Questi aggettivi seguono la prima e la seconda declinazione.
Aggettivi di seconda classe
Un’altra classe di aggettivi ha i temi in consonante e in vocale -i-.
Questi aggettivi seguono la terza declinazione.
Aggettivi con tema in consonante
Questi aggettivi sono molto pochi ed hanno il Nominativo e il Vocativo singolare uguale per tutti e tre i generi.
Ad es. dives “ricco”, pauper “povero”, vetus “vecchio”.
Aggettivi con tema in vocale -i-
Alcuni hanno forme per i tre generi al Nominativo e al Vocativo singolare, come acer, acris, acre “aspro”.
Osservazioni agli aggettivi con tema in vocale -i-
Il Nominativo maschile ha desinenza zero con cancellazione della vocale tematica e sonorizzazione della -r in -er.
Il Nominativo femminile ha desinenza -s.
Il Nominativo neutro ha desinenza -e con cancellazione della vocale tematica.
Osservazioni agli aggettivi con tema in vocale -i-
Altri hanno una forma uguale (desinenza -s) per il Nominativo e il Vocativo singolare maschile e femminile e un’altra forma per Nominativo e Vocativo singolare neutro (desinenza -e).
Per es. dulcis, dulce “dolce”.
Osservazioni agli aggettivi con tema in vocale -i-
Altri ancora hanno una forma uguale (desinenza -s) per il Nominativo e il Vocativo singolare maschile, femminile e neutro, come felix, felicis “felice”.
Il comparativo
Il comparativo di maggioranza si forma in italiano premettendo l’avverbio “più” all’aggettivo. Per es. “più bello”.
In latino invece si forma aggiungendo al tema dell’aggettivo un suffisso maschile / femminile -ior e un suffisso neutro -ius, con cancellazione della vocale tematica. Per es. da clarus, clara, clarum “famoso” si forma clarior “più famoso”.
Il comparativo si declina come un aggettivo della seconda classe con tema in consonante.
Formazione del comparativo
Esempi:
clarus, -a, -um [ [claro]A + ior]A
clarior “più famoso”;
pulcher, -ra, -rum [ [pulchro]A + ior]A
pulchrior “più bello”;
fortis, -e [ [forti]A + ior]A
fortior “più forte”.
Il superlativo
Il superlativo è derivato per mezzo del suffisso -issimus, -a, -um con regolare cancellazione della vocale tematica.
Clarus, -a, -um [ [claro]A + issimus]A
clarissimus “famosissimo, il più famoso”;
fortis, -e [ [forti]A + issimus]A
fortissimus “fortissimo, il più forte”.
Il superlativo si declina come un aggettivo della prima classe.
Formazione del superlativo con suffisso -simus
Il superlativo dei temi in liquida (Nominativo -er o -ilis) si forma con il suffisso -simus, con assimilazione della -s alla liquida.
Per es. :
pulcher, -ra, -rum *pulcher-simus
pulcherrimus “bellissimo, il più bello”;
acer, -is-, -e *acer-simus
acerrimus “acerrimo, il più acre”;
facilis, -e *facil-simus
facillimus “facilissimo, il più facile”.
La flessione verbale
1. L'insegnamento grammaticale del latino e la riflessione linguistica
2. Le unità di base della morfologia latina
3. Le classi flessive del latino
10. La formazione delle parole: la derivazione
13. I derivati con suffisso II
14. La composizione