Le urine possono essere impiegate per alcune tipologie di analisi di laboratorio:
L’esame standard delle urine comprende:
L’esame standard delle urine viene di solito eseguito su un campione delle urine di primo mattino (sono più concentrate) raccolte in un recipiente possibilmente sterile monouso (per evitare eventuali contaminazioni) che va portato in laboratorio ed analizzato entro due ore, per evitare la degenerazione degli elementi dell’esame microscopico.
I parametri fisici dell’esame standard delle urine sono:
L’esame chimico viene in genere effettuato con l’ausilio di striscette su cui sono adesi piccoli quadratini contenenti i reagenti specifici per ciascun parametro.
Le striscette vengono immerse nel campione di urine, tenute circa due minuti (non oltre per evitare reazioni aspecifiche) e quindi lette, eventualmente con l’ausilio di lettori automatici.
Ciascun quadratino potrà colorarsi più o meno intensamente, in proporzione alla quantità di ciascuna sostanza analizzata. Quindi, si tratta di un esame di tipo “semiquantitativo”, molto utile come primo orientamento.
I parametri compresi nell’esame chimico standard sono:
L’esame microscopico si effettua sul sedimento ottenuto da urine fresche, raccolte previa detersione dei genitali esterni. Risospendere il campione, centrifugarlo a basso numero di giri (1000-2000 giri/min) in provetta a fondo conico, eliminare il sopranatante, raccogliere una goccia di sedimento tra due vetrini ed osservarlo al microscopio (meglio se a contrasto di fase). Nel sedimento possono essere presenti elementi cellulari, ad esempio:
Eritrociti: normalmente non più di due per campo. Si parla di:
Leucociti. Normalmente sono presenti meno di 5 leucociti per campo; aumentano nelle infezioni delle vie urinarie (vedi l’esempio in figura). Anche per i leucociti, si può sospettare compromissione renale se sono presenti, oltre ai leucociti, i cilindri leucocitari.
Cellule epiteliali. Assenti o 1-2 per campo; la loro presenza è dovuta a sfaldamento dell’epitelio; in qualche caso può essere indice di neoplasie dell’apparato urinario.
Cilindri. Normalmente sono assenti. Sono formazioni che riproducono a stampo il lume tubulare. Si formano più frequentemente nel nefrone distale, dove l’urina è più concentrata e più acida. Possono essere:
Infine, un reperto abbastanza comune è rapprentato dai cristalli, che possono essere:
Nell’esame standard delle urine, viene soltanto valutato se vi siano o meno proteine nelle urine, e orientativamente la loro quantità. Nel caso in cui vengano evidenziate proteine urinarie, è opportuno effettuare un approfondimento.
Le proteine sono filtrate a livello glomerulare in relazione alle loro dimensioni, alla conformazione strutturale e alla carica.
A livello tubulare vengono riassorbite per pinocitosi e dove vengono catabolizzate. Le proteine urinarie normalmente sono meno di 150-200 mg/die (aumentano dopo uno sforzo fisico); quindi sono indosabili con metodiche grossolane come quelle che si usano nell’esame standard delle urine.
Variazioni fisiologiche nella concentrazione delle proteine urinarie sono riscontrate in funzione dell’età e del sesso, della postura e dell’attività fisica; viceversa, variazioni patologiche si riscontrano in caso di sovraccarico, danno glomerulare, danno tubulare.
Quindi, le proteine che possiamo riscontrare nelle urine possono avere origine pre-renale o renale.
Proteine di origine pre-renale
Proteine di origine renale
Proteinuria <1g/die in assenza di altri segni si ritrova in circa il 9% dei soggetti adulti in giovane età: può essere persistente o ortostatica.
Microalbuminuria: concentrazioni di albuminuria tra 30 e 300 mg/die (V.R.= 10-20 mg/die). Indicatore sensibile di incipiente nefropatia diabetica. E’ richiesto un metodo ad elevata sensibilità analitica per l’analisi.
Proteinuria glomerulare: albuminuria > 3 g/die (ma fino a 20 g/die). Si osserva nella sindrome nefrosica con ipoalbuminemia ed edemi.
Nei disordini tubulari aumenta l’eliminazione urinaria delle proteine a basso PM (b2-microglobulina, PM=12.000) e compaiono nelle urine proteine di origine tubulare (NAG, LDH, gGT, ALP).
Test per la diagnosi di proteinuria tubulare:
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2. Il campione biologico: raccolta urine
5. Efficienza diagnostica dei test di laboratorio
6. Valutazione della funzionalità renale
7. Equilibrio acido-base: biochimica clinica e principali alterazi...
8. Equilibrio acido-base: aspetti biochimici e i compensi d'organo
10. Metabolismo delle lipoproteine
11. Valutazione di laboratorio del metabolismo delle lipoproteine
12. Il laboratorio nelle malattie del fegato
13. Valutazione biochimica clinica degli itteri
14. Diagnostica di laboratorio dell'infarto
16. Il laboratorio nell'infiammazione
17. Diagnostica dei malassorbimenti
18. Diagnostica di laboratorio del diabete
19. Il laboratorio nel metabolismo del ferro
Gaw. A. Biochimica Clinica, Milano, Elsevier Masson, 2007
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