Si ricorre alla concentrazione quando si intende controllare la dispersione di una variabile cardinale che si riferisce a proprietà trasferibili (quantità possedute dalla unità di analisi).
Variabile cardinale → Età
Variabile cardinale trasferibile → Reddito
La concentrazione è un modo particolare di guardare alla variabilità (Corbetta, 2003, p.100).
Si ipotizza che una determinata variabile X è:
EQUIDISTRIBUITA:
tra n individui se ciascun individuo ha la stessa quantità della media ovvero l’ammontare complessivo della proprietà A è distribuito in parti uguali fra le N unità.
Massima equidistribuzione → 1/N di A
CONCENTRATA:
se un solo individuo ha tutta la quantità e gli altri nulla ovvero se l’ammontare complessivo della proprietà A è distribuito in parti non omogenee fra le N unità.
Massima concentrazione → ammontare A attribuito ad un solo caso
Su queste basi sono nati gli indici di concentrazione; tali indici sono utilizzati maggiormente negli studi sulla disuguaglianza nella distribuzione dei redditi.
Il rapporto di concentrazione si calcola ponendo in rapporto l’area di concentrazione con l’area di massima concentrazione.
R può assumere valori compresi tra 0 e 1, dove se:
Data la distribuzione di frequenza della variabile reddito con N=5. analizziamo la concentrazione
R={1-[(0,2-0)(0,058+0)+(0,4-0,2)(0,183+0,058)+(0,6-0,4)(0,375+,0183)+(0,8-0,6)(0,325+0,375)+(1-0,8)(1+0,625)]}*5/4=(1-0,6964)*5/4=0,3795
3. il terzo passaggio consiste nella rappresentazione grafica della concentrazione della variabile. Una volta calcolate le qi e le pi sul piano cartesiano si rappresentano sull’ascissa (asse delle x) i Pi, cioè le frequenze cumulate, e sull’ordinata (asse delle y) i Qi, cioè le quantità cumulate relative.
Corrado Gini è ricordato per la sua rilevanza scientifica e il suo notevole peso politico e accademico.
Statistico (a lungo considerato il rappresentante della scuola statistica italiana), demografo e sociologo di fama internazionale; nel 1936 fu nominato dottore honoris causa in Scienze ad Harvard (Cassata F., 2006).
Durante gli studi di giurisprudenza seguì lezioni di matematica, interessi successivamente lo portarono a diventare professore di bioemetria, demografia, diritto costituzionale, economia politica, sociologia e statistica presso le Università di Cagliari, Padova e Roma.
Nel 1926 istituì l’Istituto Centrale di Statistica (ISTAT) di cui fu il primo presidente; l’anno successivo fu nominato consigliere di Mussolini nella campagna natalista.
Dal 1941 al 1965 fu presidente della Società Italiana di Statistica.
Fondò Metron, rivista scientifica internazionale tuttora pubblicata.
Benché il suo interesse in campo statistico si fosse indirizzato verso la statistica descrittiva cominciò la sua carriera interessandosi alla probabilità studiando il rapporto (numerico) tra maschi e femmine alla nascita.
Nell’ambito della statistica descrittiva rivisitò il concetto di differenza media – introdotto nel 1869 da Jordan – al punto che oggi porta il suo nome.
Nell’ambito dell’economia Gini ha studiato la diseguaglianza dei redditi, mettendo a punto diversi metodi il più noto dei quali, appunto, è il coefficiente di Gini, contribuendo alla teoria degli indici dei prezzi.
Nell’ambito della demografia, ha contribuito al messa a punto di studi sulla fertilità differenziale, migrazioni, studi di popolazioni, mentre nell’ambio della sociologa si è occupato della salute pubblica.Da un piunto di vista politico, Gini fu un convinto fascista fu un vero e proprio paladino della campagna natalista del regime del Littorio, tanto da poter essere considerato in una certa fase, il “demografo di Mussolini”: quando ad Harvard, l’ateneo americano gli conferisce honoris causa nel 1936, difende gli sviluppi totalitari del Regime, fino a giustificare una politica volta a preservare “l’integrità biologica della razza”. Su quest’ultimo punto per altro ha idee complesse, che possono apparire anche contraddittorie. Gini afferma la netta superiorità dei bianchi sulle popolazioni “primitive” extraeuropee, ma sottolinea anche gli aspetti positivi degli incroci e della mescolanza tra le stirpi. Non muove un dito in favore degli ebrei perseguitati, ma interviene invece con qualche successo, durante la guerra in soccorso dei Caraimi, una piccola etnia dell’est europeo che i nazisti stavano massacrando, ritenendo di origine israelitica, e invece dai suoi studi risultava di ceppo ugro – finnico. Quando poi verrà sottoposto al processo di epurazione, poter addurre a sua discolpa quel precedente, gli sarà molto utile.
2. Metodo scientifico e ricerca sociale
3. Le fasi della ricerca sociale
4. Tipi di proprietà e tipi di variabili
5. Le variabili
7. Esercitazione: le variabili
8. L'autonomia semantica delle categorie di risposta
9. Introduzione all'analisi delle variabili
10. L'analisi dei dati con variabili categoriali non ordinate
11. Introduzione all'analisi delle distribuzioni di dati con variab...
12. L'analisi dei dati con variabili categoriali ordinate
13. Introduzione all'analisi dei dati con variabili cardinali
14. L'analisi dei dati con variabili cardinali
15. Lo studio della concentrazione di una variabile cardinale trasf...
16. La curva normale
17. Trasformazioni delle variabili: standardizzazione e deflazione
18. La trasformazione delle variabili
19. Rapporti statistici, serie storiche e territoriali
22. La relazione tra due variabili dicotomiche
23. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - pri...
24. La relazione tra due variabili con categorie non ordinate - sec...
25. Relazione tra una variabile categoriale e una cardinale
26. Il diagramma di dispersione
27. Introduzione all'analisi della relazione tra due variabili card...
28. La relazione tra due variabili cardinali
29. Introduzione all'analisi trivariata
30. Esercitazione: tipi di variabili
Corbetta P. G., La ricerca sociale: metodologia e tecniche - L'analisi dei dati, Bologna, Il mulino, 2003.
Casata F., Il fascismo razionale. Corrado Gini fra scienza e politica, Roma, Carocci, 2006