Obiettivo di questa lezione è di introdurre lo studente all’analisi dell’azienda: seguendo il nostro approccio costruttivista, getteremo quindi lo sguardo su questo terzo livello dell’azione, dopo avere declinato il livello dell’attore-individuo ed il livello dell’attore-gruppo.
Svilupperemo di seguito due concetti:
a) il significato del concetto di isomorfismo organizzativo;
b) il significato del concetto di interdipendenze.
Articolazione della lezione
L’ infra-struttura riguarda la dimensione tecnico-economica, legata alla trasformazione delle risorse mediante il collegamento di attività omogenee o eterogenee dal punto di vista tecnologico.
La socio-struttura riguarda la dimensione politica che emerge dalle relazioni sociali e di potere che collegano le unità organizzative che devono svolgere quelle attività .
La sovra-struttura accomuna o divide i membri dell’organizzazione intorno alla dimensione simbolica dell’agire.
La combinazione (mai eguale a se stessa) di elementi appartenenti ad infrastruttura, a sociostruttura ed a sovrastruttura rende ciascuna organizzazione unica e non ripetibile.
Questa tripartizione è una semplificazione didattica che evidenzia agli studenti e studiosi di Organizzazione un principio di fondo sulla natura imperfetta dei “saperi umani e sociali”: due organizzazioni non possono avere mai un’unica forma. Ciò significa confrontarsi con il fenomeno dell’assenza di isomorfismo.
L’etimologia della parola isomorfismo risiede nella combinazione di due termini di origine greca: isos = uguale e morphé = forma.
Si ha isomorfismo, dunque, “quando due strutture complesse possono essere mappate una nell’altra, in modo che per ogni parte di una struttura c’è una parte corrispondente nell’altra struttura, dove corrispondente significa che le due parti giocano ruoli simili nelle loro rispettive strutture” (Douglas Richard Hofstadter).
Parliamo invece di assenza di isomorfismo per evidenziare – in modo tangibile nel mondo manageriale – un fenomeno di più ampio respiro teorico così enunciabile: “Detto approssimativamente: dire di due cose che esse siano identiche, è un nonsenso; e dire di una cosa che essa sia identica a se stessa, non dice nulla” (Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus, 5.5303, Einaudi, 1998).
Il concetto di infrastruttura indica la dimensione tecnico-economica dell’azione organizzativa, legata alla trasformazione delle risorse. Essa si realizza mediante il collegamento di attività omogenee o eterogenee dal punto di vista tecnologico, legate da interdipendenze che di volta in volta assumono differenti caratteristiche.
Le parole chiave per approfondire la dimensione infrastrutturale dell’azione organizzativa sono dunque:
Nelle seguenti slide si evidenzierà con il corsivo la dimensione che si sta declinando.
Rispetto alle attività di studio e di lettura quotidiana, domandiamoci, per esempio: quali sono le attività di base che guidano l’azione ?
La complessità di un’attività può intendersi come il prodotto della varietà e della variabilità : la varietà indica la dimensione sincronica della varianza; la variabilità la dimensione diacronica.
Per comprendere il concetto di varietà , possiamo domendarci: come cambiano le attività al tempo t ?
Per comprendere il concetto di variabilità , possiamo domandarci: come cambiano le attività nel passaggio dal tempo t al tempo t+1 ?
Durante la navigazione verso le Indie, con quali livelli di complessità si doveva confrontare Cristoforo Colombo ? I livelli di complessità che doveva affrontare Colombo, erano maggiori o minori, rispetto a quelli che interessano un amministratore delegato di una grande azienda multinazionale, che opera in un settore emergente ?
“La tecnologia si può definire come l’insieme delle azioni che un attore esegue su di un oggetto con o senza l’aiuto di strumenti al fine di apportarvi delle modifiche” (Perrow 1967).
Si dice che due attività sono interdipendenti quando l’una è in grado di influenzare l’altra: quando si esegue l’attività A1 non si può prescindere dal considerare come, quando e da chi è svolta l’attività A2 e viceversa.
Nelle organizzazioni si ammette sempre la presenza di rapporti di interdipendenza tra attività diverse. In caso contrario, si dovrebbe ipotizzare l’esistenza di almeno un’attività indipendente da tutte le altre immaginabili: un’attività in grado di bastare a sé stessa, al punto da negare il concetto stesso di “organizzazione”.
Sulla base di queste considerazioni generali ecco un apossibile classificazione delle interdipendenze:
(a) interdipendenze generiche;
(b) interdipendenze di flusso;
(c) interdipendenze di costo.
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le interdipendenze generiche ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Le interdipendenze di flusso nascono da relazioni di scambio di tipo output-input relative al flusso delle attività del ciclo di trasformazione e possono essere di due tipi:
Nelle prossime slide si illustreranno – anche con ausilio grafico – ciascuna di queste tipologie di interdipendenze. Si raccomanda a ciascuno studente di recuperare gli esempi proposti in aula e sui libri di testo allo scopo di produrre nuovi esempi, da discutere con i colleghi e con il docente in aula e nei momenti di verifica degli apprendimenti (si veda lez. 1)
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le interdipendenze di flusso sequenziali convergenti ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le interdipendenze di flusso sequenziali divergenti ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le Interdipendenze di flusso sequenziali a catena ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le Interdipendenze flusso sequenziali cicliche
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le Interdipendenze reciproche ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Le interdipendenze di costo nascono dai potenziali vantaggi economici derivanti dalla realizzazione congiunta di più attività non necessariamente collocate sullo stesso flusso di lavoro.
Possono essere:
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le interdipendenze di scala ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
Quali possibili casi aziendali in cui riscontriamo le interdipendenze di specializzazione ?
Partecipiamo e cerchiamo ancora il “pezzo mancante” del nostro processo di apprendimento: oltre agli esempi già scritti nel manuale o descritti dal docente, quali altri esempi possiamo riscontrare nella vita di tutti i giorni ?
Ecco i soliti spunti per ragionarci su e produrre altri esempi (rivedi lezione 1 e 2):
In questa lezione si è fermata l’attenzione sull’attore-azienda ed in particolare sulla sua dimensione infrastrutturale.
Lo studente che voglia comprendere la reale complessità che incontrerà quando si confronterà con la disciplina dei sistemi professionali ed aziendali deve sempre cosiderare che si tratta di un artificio didattico (ripreso nel capitolo 4 del manuale proposto come libro di testo).
Nella prossima lezione si affronterà il tema della sociostruttura.
Riferimento ai capitoli 1 e 4 del testo.
1. Guida all'apprendimento del corso di Organizzazione Aziendaleâ€...
2. Apprendimento negli adulti: problema individuale ed organizzati...
3. Guida alla lettura del libro
4. L'attore individuo: assetto e meccanismi di relazione parte pri...
5. L'attore individuo: assetto e meccanismi di relazione parte sec...
7. Dall'attore individuo all'attore gruppo. Approccio psicoanaliti...
8. I livelli dell'attore: il gruppo. Aspetti definitori
9. I livelli dell'attore: il gruppo. Analisi dell'assetto
10. I livelli dell'attore: il gruppo. Variabili dell'assetto
11. I livelli dell'attore: il gruppo. I meccanismi di relazione
12. Perché l'organizzazione? Cenni all'approccio dei costi di tran...
13. Attore-azienda. Infrastruttura
14. Attore azienda. La sociostruttura
15. Attore-azienda. La sociostruttura: archetipi
16. Attore-azienda. La sociostruttura: gli organigrammi
17. Dalla sociostruttura alla sovrastruttura
18. La sovrastruttura: i concetti di cultura
19. Sovrastruttura. Una formula di chiusura
Fombrun, C. J. (1989) Convergent dynamics in the production of the organizational configurations, Journal of Managment Studies.
Perrow, C. (1967) A framework for the comparative Analysis of Organizations, American Sociolofical Review.