interrogarsi sul concetto di cambiamento nelle organizzazioni. Mantenendo un’ottica costruttivista e non dogmatica, si cercherà di evidenziare alcune dimensioni fondamentali che aiutano a spiegare il fenomeno in esame. Si forniranno alcune considerazioni circa le leve e le strategie adottabili nella gestione del cambiamento organizzativo.
Articolazione della lezione
Il cambiamento esiste ? Se si, che cosa è ? Cosa vuol dire per individui, gruppi, organizzazioni e network “cambiare” ?
Seguendo il senso comune sentiamo spesso dire: “viviamo in un mondo che cambia di continuo e molto velocemente”. Per considerare valida questa affermazione, interroghiamoci e dubitiamo sul problema in oggetto. Il punto di partenza può essere una riflessione sul fenomeno della della coazione a ripetere, che interessa le persone nei processi di relazione e scambio con gli altri.
Se il problema della coazione a ripetere interessa prima di tutto i singoli, assume un significato più critico anche per lo studioso di organizzazione: pensiamo per esempio all’esperienza del Mezzogiorno d’Italia ed ai momenti di grande svolta nelle istituzioni economiche ed amministrative in cui si avverte un forte senso di speranza di cambiamento. In queste fasi si afferma spesso l’ottimismo tipico delle transizioni associate all’idea del cambiamento nei sistemi organizzati.
Rispetto ai possibili dubbi riflettiamo con realismo sul concetto di cambiamento, partiamo dalla realtà quotidiana, poniamo domande e cerchiamo il solito “pezzo mancante”, producendo nuovi e nostri esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
Dopo avere insinuato il necessario dubbio, utile ad evitare ingenui ottimismi, possiamo ipotizzare uno schema formale di intervento per il governo dei processi di cambiamento nelle organizzazioni. Tale schema ruota intorno a 4 domande:
Porsi queste 4 domande (che naturalmente servono ad orientare gli studenti nella complessità del problema) induce a riflettere sui possibili e differenziati sentieri del cambiamento e sulle diverse modalità (sintomi) attraverso cui esso può manifestarsi (o meno) nella variegata realtà delle organizzazioni formali in cui viviamo tutti i giorni.
L’oggetto del cambiamento può essere ciascuno dei livelli di attore/azione organizzativa. Inoltre esso influenza gli altri livelli in differenti direzioni, come indicato nella figura. Ogni livello di analisi è quindi connesso agli altri incidendo sia sulla dimensione intraorganizzativa sia su quella interorganizzativa (Hannan, Polos, Carroll, 2003).
Rispetto ai possibili “oggetti” (livelli d’azione) da cui parte il cambiamento e le possibili direzioni che esso può assumere, riflettiamo con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchiamo il solito “pezzo mancante”: produciamo nuovi e nostri esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
Il contenuto del cambiamento ha a che fare con l’intensità del processo che attraversa i quattro livelli dell’azione. Inoltre tiene conto della potenziale estensione oltre i “confini” organizzativi.
Benché sia difficile pervenire ad una classificazione dei contenuti di un processo di cambiamento, è possibile individuare due coordinate di base al fine di articolare lo studio del fenomeno: portata ed estensione.
Il contenuto del cambiamento, che possiamo definire in termini di portata ed estensione, si può inquadrare secondo lo schema di seguito riportato.
Anche rispetto al “contenuto” del cambiamento e le possibili intensità che esso può assumere, riflettiamo con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchiamo il solito “pezzo mancante”: produciamo cioè nuovi e nostri esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
Nel domandarci dove avviene il cambiamento, possiamo fare riferimento alla tradizionale distinzione “dentro-fuori”. Ricordando il concetto di “azione organizzativa” (e il problema di definizione dell’oggetto del cambiamento), la stessa distinzione “dentro-fuori” ha un valore meramente “didattico”, che al confronto con la realtà delle organizzazioni tende a sfumare. Tanto premesso, occorre analizzare spinte e resistenze (interne ed esterne) al cambiamento.
Le analisi del contesto interno riguardano:
Le analisi del contesto esterno riguardano:
I risultati delle analisi di contesto individuano tre principali categorie di spinte e resistenze al cambiamento:
Le leve per poter attuare un processo di cambiamento possono essere sintetizzate in termini di:
Tali leve vanno adoperate in relazione agli obiettivi e alle resistenze che emergono nel processo di cambiamento; costituiscono un punto della strategia (si vedrà in seguito) che si intende perseguire.
Interventi sulla struttura per il cambiamento organizzativo:
Interventi sui meccanismi operativi per il cambiamento organizzativo:
Interventi sulle risorse umane per il cambiamento organizzativo:
Le strategie di cambiamento organizzativo possono essere classificate nei seguenti quattro approcci:
L’uso di tali approcci, peraltro non alternativi, va ricondotto alla possibilità di perseguire gli obiettivi fissati ex-ante per il processo di cambiamento.
A seguire si illustreranno le caratteristiche base di ciascuno di questi approcci, invitando poi gli studenti a produrre propri esempi, ad integrazione di quelli proposti dal docente in aula e presentati sui libri di studio
L’approccio collaborativo:
Rispetto all’approccio collaborativo al cambiamento, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
L’approccio negoziale:
Rispetto all’approccio negoziale al cambiamento, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
L’approccio emozionale:
Rispetto all’approccio emozionale al cambiamento, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
Le strategie del cambiamento organizzativo: come cambia (segue)
L’approccio coercitivo:
Rispetto all’approccio coercitivo al cambiamento, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
Rispetto ai quattro approcci proposti, ciascuno studente rifletta con realismo partendo dagli esempi proposti in aula dal docente e sui libri di testo e, approfondendo la realtà quotidiana, cerchi il solito “pezzo mancante”: produca in proprio nuovi esempi, in grado di dare “concretezza” all’apprendimento di questo argomento.
Un’area della letteratura organizzativa orientata al tema dell’estetica e dell’umanesimo nello studio delle organizzazioni, ritiene gli artefatti materiali in grado di veicolare valori e linee guida del pensiero manageriale.
In particolare Berg e Kreiner (1990), nell’analisi dell’architettura aziendale, riconoscono agli edifici la capacità di segnalare forti tratti di discontinuità nella storia aziendale. Si tratta dunque di simboli tangibili del cambiamento.
La tendenza ad accompagnare il cambiamento organizzativo con il restyling o la costruzione di nuovi assetti fisici, assume un forte significato simbolico – oltre che eventualmente funzionale – del cambiamento stesso (Berg e Kreiner, 1990).
Altri casi di impatto artefattuale del cambiamento possono essere rinvenuti nella dimensione individuale: ad esempio, le rivendicazioni fatte in termini di mobilio e ampiezza dell’ufficio in seguito ad una promozione.
In questa lezione si è cercato di pervenire ad una tassonomia, peraltro non esaustiva, di alcune tematiche chiave del cambiamento organizzativo.
In particolare, seguendo la consueta logica costruttivista, abbiamo provato a comprendere, ponendoci le giuste domande, le dimensioni che animano il fenomeno del cambiamento in termini di:
Nella prossima lezione si farà un ulteriore passo in avanti nell’analisi del cambiamento, cercando di offrire un utile approfondimento sul tema in esame.
Riferimento ai capitoli 1, 7 e 8.
1. Guida all'apprendimento del corso di Organizzazione Aziendaleâ€...
2. Apprendimento negli adulti: problema individuale ed organizzati...
3. Guida alla lettura del libro
4. L'attore individuo: assetto e meccanismi di relazione parte pri...
5. L'attore individuo: assetto e meccanismi di relazione parte sec...
7. Dall'attore individuo all'attore gruppo. Approccio psicoanaliti...
8. I livelli dell'attore: il gruppo. Aspetti definitori
9. I livelli dell'attore: il gruppo. Analisi dell'assetto
10. I livelli dell'attore: il gruppo. Variabili dell'assetto
11. I livelli dell'attore: il gruppo. I meccanismi di relazione
12. Perché l'organizzazione? Cenni all'approccio dei costi di tran...
13. Attore-azienda. Infrastruttura
14. Attore azienda. La sociostruttura
15. Attore-azienda. La sociostruttura: archetipi
16. Attore-azienda. La sociostruttura: gli organigrammi
17. Dalla sociostruttura alla sovrastruttura
18. La sovrastruttura: i concetti di cultura
19. Sovrastruttura. Una formula di chiusura