L’«Opinone» è doxa, contrapposta ad episteme. In quanto tale, quindi, non è sapere o scienza. Inoltre, l’opinione è detta «Pubblica» non solo perché è collocata nel pubblico ed «è del pubblico, ma anche perché investe oggetti o materie che sono di natura pubblica: l’interesse generale, il bene comune, in sostanza, la res publica» (Sartori)
Una modalità per chiarire il significato di opinione è quello di distinguerlo da quello di atteggiamento:
Opinione vs Atteggiamento
Le opinioni sono indicatori manifesti degli atteggiamenti (Thurstone 1928)
La formazione dell’opinione è basata sul discorso razionale (eredità illuminista)
Opinioni come adattamento degli atteggiamenti a problemi specifici (Wiebe 1953)
«Pubblico» si definisce in opposizione a folla:
Prima del 1789 non si parla di opinone pubblica. La Rivoluzione Francese costituisce la fondazione politica del concetto quando viene sancita la sovranità del popolo. Il concetto di Opinione Pubblica, dunque, si distingue da concetti quali vox populi (tardo impero romano), consensus (alto medievo), pubblica voce e pubblica fama (Machiavelli), legge di opinione e di reputazione (Locke), volontà generale (Rousseau).
Tutti questi concetti sono generali e identificano qualcosa che non si presta ad essere contabilizzato, mentre la definizione attuale di ‘opinione pubblica’ presuppone il conteggio (sondaggio), quindi una valutazione statistica.
Se la volontà generale è un’energia attivante, che si colloca nell’ambito di piccole democrazie dirette, l’opinione pubblica è piuttosto uno ’stato mentale’ che governa nelle grandi democrazie rappresentative. Ne deriva che la prima associazione del concetto è di tipo politico.
Si può, dunque, definire l’Opinione Pubblica come:
«un pubblico o una molteplicità di pubblici i cui STATI MENTALI DIFFUSI interagiscono con flussi di informazione sullo stato della cosa pubblica» (Sartori).
La definizione identifica 5 componenti: 1. il pubblico; 2. gli stati mentali (le opinioni); 3. la diffusione (aspetto collettivo); 4. i flussi di informazione; 5. le questioni pubbliche (collettivamente riconosciute come tali). Perché tali componenti si realizzino, storicamente devono darsi le condizioni che si indicano di seguito come fondamenti costitutivi dell’opinione pubblica:
L’Opinione Pubblica ha un imprescindibile legame con la democrazia in quanto questa si fonda sulla sovranità del popolo. L’Opinione Pubblica si configura quindi come “il contenuto” del popolo sovrano.
Democrazia è governo d’opinione e governo consentito: ne deriva che opinione pubblica e consenso finiscono con il coincidere. Esistono delle condizioni perchè l’Opinione Pubblica sia considerata tale. Esse sono riassumibili nei seguenti principi: libertà di pensiero, libertà di associazione, libertà di espressione.
L’esistenza di queste libertà politiche e civili rende possibile la distinzione fra opinione del pubblico ed opinione nel pubblico. Il confine fra i due concetti si trova sul continuum fra AUTONOMIA ed ETERONOMIA dell’opinione pubblica
Sartori distingue fra opinione pubblica al negativo (legata cioè ai valori dei gruppi di riferimento e quindi identificabile come opinione nel pubblico) e opinione pubblica al positivo (che si forma cioè su base informativa, o opinione del pubblico).
In relazione al grado di adesione ideologica, si distinguono anche due forme di partecipazione elettorale diverse. Il comportamento di voto si può distinguere infatti in “identificato” o “non identificato” in ragione del fatto che sia motivato da una condivisione ideologica di partito o sia ispirato dal contesto pragmatico (issue voters).
«La soggettività/interiorità è uno dei fondamenti dell’emergere della sfera pubblica, sia perché è qui che i privati (borghesi) sviluppano la loro ‘autocomprensione’ e la loro umanità, che poi porteranno nel confronto discorsivo della sfera pubblica, sia perché rappresenta il nucleo stesso della nuova cultura borghese» (Grossi).
È dall’inizio degli anni ‘30 che l’opinione pubblica non viene più considerata come fenomeno collettivo ma in un’ottica preferibilmente individualistica. Questo cambiamento concettuale è stato sostenuto dai progressi di ordine statistico-metodologico avvenuti nell’ambito del marketing e della public opinion research.
Alla fine del XVII sec. e all’inizio del XVIII sec. si diffondono nuove istituzioni sociali: i caffè in Inghilterra, i salotti a Parigi e le società conviviali in Germania. Luoghi di riunione dove «l’autorità dell’argomento soppiantava l’autorità del titolo», dove il libero scambio di informazioni e la libertà di critica e ragionamento diventano gli strumenti di un’autoaffermazione pubblica nelle questioni politiche.
La sfera pubblica borghese è quel nuovo ambito della vita sociale costituito da «privati riuniti come pubblico» e l’opinione pubblica diventa:
«l’opinione di tutti i privati cittadini che fanno uso pubblico della ragione, in luoghi pubblici, attraverso supporti accessibili pubblicamente e che discutono in quanto uomini secondo un’ottica universalistica» (Habermas).
Lo sviluppo dei media consente lo sviluppo di nuove forme di interazione, non più legate alla compresenza in uno stesso luogo, creando la possibilità per una generalizzazione della sfera pubblica e la creazione di una “pubblicità mediata”. Con lo sviluppo e la diffusione dei media si afferma ciò che è comunemente conosciuta come sfera pubblica mediatizzata.
I media realizzano tre finalità:
E’ con il Novecento, quindi, che l’opinione pubblica si trasforma in fenomeno sociale concreto e scientificamente interessante. L’analisi dell’opinione è distinta da Lazarsfeld in una tradizione classica, di tipo speculativo, e una tradizione contemporanea, caratterizzata da un approccio empirico. Crespi introduce un piano di merito distinguendo tra approcci “élitisti” e “populisti”. Partizione che Deveraux specifica distinguendo tre scuole di pensiero: i pessimisti, per i quali il coinvolgimento dei cittadini è non desiderabile e non necessario; i pragmatici, per cui questo è non auspicabile ma necessario; e gli ottimisti, per cui è, invece, desiderabile e necessario alla democrazia.
Tra i numerosi contributi allo sviluppo della teoria dell’opinione pubblica se ne ricordano di seguito alcuni di particolare rilevanza.
Lippmann individua nello stereotipo la base cognitiva attraverso cui l’individuo interpreta la realtà, che non è più quella familiare e condivisa, ma uno pseudo-ambiente creato dalla propaganda, dalla stampa, dagli interessi individuali.
L’opinione pubblica appare più come vittima che come protagonista del processo democratico (punto di vista ripreso con successo da Manin nel 1995 nella sua definizione della democrazia del pubblico). L’opinione pubblica diventa così un “fantasma” che si aggira per le società democratiche.
Ma il suo non è un totale pessimismo. Conclude infatti con la proposta di ridefinizione del rapporto tra cittadini e governo attraverso la mediazione di un public éclaré.
Luhman propone un approccio struttural- funzionalista, secondo il quale l’opinione pubblica cessa di svolgere il ruolo di controllo critico dell’azione del governo, per diventare la “struttura tematica” delle decisioni normative e politiche. Viene intesa come strumento o procedura che mira a «ridurre le molteplicità soggettive di ciò che è giuridicamente e politicamente possibile», ovvero come strumento per la riduzione della complessità.
In Luhman è il TEMA a determinare l’OPINIONE, precisando che «i temi non servono direttamente a determinare il contenuto delle opinioni ma, in primo luogo, e soprattutto, a catturare l’attenzione». In tal senso, l’opinione pubblica diventa effetto d’agenda, grazie ai processi comunicativi che catturano l’attenzione del pubblico su particolari issues.
Luhmann N., L’opinione pubblica, in ID., Stato di diritto e sistema sociale, Guida, Napoli 1978.
In Habermas emerge un concetto di opinione pubblica come «pubblica argomentazione razionale» (e, nell’evoluzione moderna, come «pubblicità critica»), contrapposta alle due forme di pseudo-opinione pubblica:
Il profilo critico ed emancipativo dell’opinione pubblica entra in crisi quando nuove forme di produzione dell’opinione si vanno a sostituire alla formation of opinion by discussion. In questo si realizza il passaggio da un pubblico culturalmente critico ad un consumatore di cultura.
Habermas J., Storia e critica dell’opinione pubblica, Laterza, Bari 1971.
E. Noelle-Neumann, ne “La spirale del silenzio”, allude ad un ruolo non emancipativo dell’opinione pubblica, ma piuttosto di agente di conformismo e controllo sociale.
L’opinione pubblica – rilevata attraverso i sondaggi – diventa un «evento socio-psicologico che si basa sulla paura di isolamento». Il singolo tenderebbe ad adeguarsi a quello che è definito «clima d’opinione», in cui l’individuo è immerso e di cui percepisce i tratti dominanti.
Nella realtà contemporanea tale concetto deve essere inevitabilmente definito con tratti di maggiore complessità. Da ciò propone l’ipotesi dell’esistenza di un «clima d’opinione duale», ovvero, un doppio livello di percezione del clima d’opinione: «una personale attraverso osservazioni di prima mano, ed una attraverso gli occhi della televisione».
Noelle-Neumann E., The Spiral of Silence: A Theory of Public Opinion, “Journal of Communication”, 24 (1974)
La critica di Bourdieu si fonda sull’idea che oggi l’Opinione Pubblica non sia altro che Opinione Sondata, ovvero quella somma di opinioni individuali che è il risultato dei sondaggi d’opinione. In quanto tale l’opinione pubblica non esiste, ma è un artificio creato da coloro che vogliono rilevare l’opinione.
La natura artificiale dell’opinione pubblica risiede nel fatto che il sondaggio come tecnica presuppone:
A questo si aggiungano tre problemi principali: la formulazione delle domande (passibili di interpretazione); l’imposizione della problematica e le non risposte.
Crespi non intende l’opinione pubblica né come un’entità collettiva superiore, né come il prodotto di un controllo sociale da parte di una élite. Piuttosto, l’opinione pubblica è un processo: transattivo (transizione tra individui e ambiente) comunicativo (tra individui e collettività) e legittimante (della forza collettiva emergente).
Vi sono due modi di intendere la legittimazione espressa dall’opinione pubblica: l’ipotesi élitista, che assegna all’opinione pubblica un ruolo passivo e quindi una legittimazione ex post; e l’ipotesi populista, che invece si fonda sull’ipotesi di una partecipazione reale e attiva e quindi una legittimazione ex ante.
Irving Crespi, The public Opinion Process, Lawrence Erlbaum Associates (1997)
Sono diversi gli strumenti che consentono di rilevare l’OP:
Analisi Qualitative
Analisi Quantitative
La modalità di rilevazione dell’opinione pubblica che ha avuto maggior successo e diffusione è quella dei sondaggi (Si veda: Paolo Natale, Il Sondaggio).
Definizione
I sondaggi sono uno strumento d’analisi la cui finalità è espressa dal termine da cui è definito, che deriva da sondare, o sonda, indicando l’azione o lo strumento usato per indagare ciò che non è visibile sulla superficie di terra o acqua. Allo stesso modo il sondaggio cerca di rilevare atteggiamenti e opinioni.
Fasi della ricerca
Si possono identificare alcune fasi che scandiscono una ricerca, che intenda indagare lo stato dell’opinione pubblica:
In generale, le domande nei questionari si possono distinguere in: domande struttura, contesto e obiettivo.
Queste ultime sono finalizzate a rispondere ad alcune questioni di base relative all’opinione:
2. Il paradigma della necessità della comunicazione
3. Il modello pubblicistico ed il modello mediatico della comunica...
4. La mediatizzazione della politica
5. Attori e Flussi della comunicazione politica
6. Media e Istituzioni: Quarto e Quinto Potere
7. Quadro teorico: le teorie dei media onnipotenti
8. Quadro teorico: le teorie degli effetti limitati
9. Quadro teorico: le teorie dei media potenti
10. Il concetto di opinione pubblica: la questione definitoria
11. I processi di formazione dell'opinione pubblica: two step flow ...
12. Approfondimento: Teoria della Spirale del Silenzio
13. Approfondimento: La Teoria della Agenda Setting
14. La campagna elettorale: professionalizzazione e marketing
15. La campagna elettorale: attori e strategie
16. La Campagna Permanente: Presidenza Retorica e Going Public
17. Approfondimento: la War Room dei Consulenti Politici
18. Riti e simboli
Sartori G., Elementi di teoria politica, Bologna, Il Mulino, 1995
Price V., Opinione Pubblica, Bologna, Il Mulino, 2004
Grossi, L'opinione pubblica, Laterza, Bari, 2004
Crespi, The public opinion process: how the people speak, New York, Russell Sage, 1997
Bollettino telematico di Filosofia Politica
Habermas J., Storia e critica dell'opinione pubblica, Laterza, Bari 1971
Irving Crespi, The public Opinion Process, Lawrence Erlbaum Associates (1997)
Lippmann W., Public Opinion (1921)
Luhmann N., L'opinione pubblica, in ID., Stato di diritto e sistema sociale, Guida, Napoli 1978