Ripresa degli stilemi virgiliani e del poema tradizionale.
Ripresa di tipo letterario e convenzionale.
Assenza di ideali politici e nessun legame effettivo con l’idea tradizionale di Romanitas.
Imitazione virgiliana per la struttura, le descrizioni, le riprese linguistiche.
Altro fons importante: Apollonio Rodio.
La ripresa di Virgilio è, comunque, mediata dalla presenza lucanea.
Episodi dell’Odissea, in particolare l’incontro tra Ulisse e Nausicaa.
Suggestioni provengono dall’Arianna catulliana del c. 64.
Tra i fontes non va, forse, trascurata l’omonima perduta tragedia ovidiana.
Uso del monologo patetico: influsso dell’elegia.
Scenari foschi di ispirazione lucanea sfondo ai momenti di maggiore pathos.
Presenza della Medea di Seneca con la profonda modificazione da maga in giovane inesperta fanciulla.
Rifiuto dell’epos storico lucaneo e ritorno al meraviglioso.
Riuso, secondo il modello virgiliano, del protagonista, Giasone.
Rivisitazione degli episodi di Apollonio secondo una cifra patetica e barocca.
Giasone protagonista non epico.
Azioni dell’eroe non guidate dal Fato secondo lo schema virgiliano.
Personaggio debole, ambiguo, un piccolo borghese.
Ha i caratteri di un romano.
Il suo destino si lega strettamente a quello di Ercole, figura amata nel I sec. d. C.
Consonanze: con la Didone virgiliana: passione per uno straniero, stravolgimento del proprio destino a causa dell’intervento divino, fine funesta.
Differenze: Didone donna che ha già conosciuto l’amore e cerca il legame stabile, Medea una fanciulla che si lascia travolgere dalla passione.
Approfondita indagine psicologica delle varie fasi della passione.
Turbamento interiore tra pudor e furor.
Rispondenza tra gli stati d’animo dell’eroina e l’ambientazione esterna.
A confronto con Giasone risulta la vera protagonista per la forza dei suoi sentimenti.
Modelli del poema
Papinio Stazio nasce a Napoli tra il 40 e il 50d.C.
Vive a Roma protetto da Domiziano.
Ritorna a Napoli dove muore, poco prima di Domiziano, forse nel 96.
Opere
Silvae: 5 libri di versi in metro vario.
Thebais: poema epico in 12 libri, pubblicato nel 92.
Achilleis: poema epico incompiuto.
Opere perdute:
De bello Germanico: poema storico sulle gesta di Domiziano.
Agave: pantomima molto apprezzata dal pubblico.
Repertori mitografici.
Fenicie di Euripide.
Tebaide di Antimaco.
Modello principale latino: Virgilio
La Thebaide di Stazio. Fonte summagallicana
Struttura bipartita della Tebaide: ll. I-VI peripezie di Polinice; ll. VII-XII guerra.
Intervento della divinità
Morti ante diem.
Giochi funebri.
Apparizioni e sogni.
Descrizioni intense e patetiche.
Racconti segmentati e giustapposti.
Ricerca delle rispondenze strutturali simmetriche e parallele.
Propensione all’orrido e al macabro.
Tematica tragica infusa in tutto il poema.
Orrido accentuato secondo la lezione lucanea.
Poetica dell’effetto.
Amplificazione dei toni.
Scritta nel 95, pochi anni dpo il completamento della Tebaide (92).
Andamento desultorio e frammentato del racconto.
Azione binaria e parallela: racconto della madre che vuole salvare il figlio e del figlio che si muove inesorabilmente verso il proprio destino.
Peleo affida il giovane Achille al centauro Chirone, vaso a sfondo bianco e figure nere del pittore di Edimburgo, ca 500 a.C., da Eretria, Atene, Museo Archeologico Nazionale. Fonte Wikipedia
Silva= raccolta di materiali diversi.
Cronologia: incerta, il più antico componimento è del 79.
Tono retorico e declamatorio.
Poesia d’occasione.
Descrizione della villa di Pollio Felice a capo di Sorrento
Silio Italico nasce, forse, nel 26 d. C.
Legato a Nerone fu in seguito proconsole di Vespasiano
Avvocato.
Ammalatosi di un male incurabile nel 101 si lasciò morire di fame.
Cronologia: per Marziale IV 14,il poema fu iniziato nell’88 e pubblicato nel 93.
17 libri su tema storico: guerra punica dall’assedio di Sagunto alla battaglia di Zama.
La sua passione totalizzante per Virgilio è attestata dal racconto che Plinio fa delle abitudini di Silio Italico in una lettera a Caninio Rufo: cfr. epist.III 7
Ripresa di citazioni, topoi, personaggi.
Allusione suggestiva all’epitaffio virgiliano nei versi (Pun. XII 390-414) in cui il poeta parla di Ennio che, centurione, si comporta da eroe in Sardegna.
Considerazione della storia come opera retorica.
Omissione nel proemio della presenza del protagonista.
Attenzione nella narrazione storica.
Anticipazioni narrative sui singoli personaggi prima di affrontarne la descrizione globale.
Gusto del nuovo: eccesso di retorica, di colores, ricorso agli exempla, alle digressioni.
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